Il giovane Allioni, botanico di Sua Maestà

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allioniALLA SCOPERTA DEI NOMI DI VIE E PIAZZE

Ancora giovanissimo, nel 1756 venne nominato membro dell’Accademia Reale di Madrid, mentre nel 1757 fu il primo aderente alla Società privata torinese, fondata in quell’anno dal conte Saluzzo, da Lagrange, e da Cigna e trasformata in seguito, nel 1783, nella Reale Accademia delle scienze, di cui Allioni fu il primo tesoriere sino al 1801

 

Continuando con il nostro piccolo ritaglio dedicato alle vie di Torino, quest’oggi parleremo di Via Carlo Allioni, situata a due passi da Piazza Statuto e perpendicolare a Via del Carmine e via San Domenico. La via comprende principalmente condomini ed uffici.

 

Carlo Ludovico Allioni nacque a Torino il 23 settembre 1728 da Stefano Benedetto, medico consulente del re Vittorio Amedeo II e da Margherita Ponte. Nel 1747 a soli diciannove anni, conseguì la Laurea in Medicina nella facoltà di Torino e sempre nello stesso anno venne ammesso al Collegio dei Medici; si dedicò così all’esercizio della professione medica, ottenendo addirittura la carica di protometico del re Vittorio Amedeo III di Savoia. Ben presto però la sua passione si riversò sulle Scienze Naturali ed in particolare sullo studio delle scienze vegetali; il suo nome viene infatti ricordato soprattutto per i suoi studi ed i suoi lavori nel campo della botanica.

 

Nel 1755, a soli ventisette anni, pubblicò il “Rariorum Pedemontii stirpium”, risultato dei suoi primi studi sistematici della vegetazione del territorio sabaudo piemontese, nel quale riportò anche essenze vegetali ancora sconosciute ai botanici di quel tempo. I suoi primi studi gli procurarono tanta fama da essere nominato, ancora giovanissimo, membro di parecchie accademie scientifiche: ad esempio nel 1756 venne nominato membro dell’Accademia Reale di Madrid, mentre nel 1757 fu il primo aderente alla Società privata torinese, fondata in quell’anno dal conte Saluzzo, da Lagrange, e da Cigna e trasformata in seguito, nel 1783, nella Reale Accademia delle scienze, di cui Allioni fu il primo tesoriere sino al 1801.

 

Nel 1760 venne nominato professore straordinario di Botanica all’Università di Torino, proponendo, tra i primi, il sistema di nomenclatura binomialeideato da Linneo in “Species plantarum” (1753). Assiduo sostenitore delle teorie del grande scienziato, con il quale intrattenne una fitta corrispondenza, venne addirittura soprannominato il “Linneo piemontese”. Negli anni a seguire si dedicò con passione all’insegnamento dando vigoroso impulso all’Orto botanico che, sotto la sua direzione, arricchì la sua flora da 1206 specie a oltre 4500; per questa sua capacità organizzativa, nel 1777, venne nominato direttore del Museo torinese. La sua opera più importante fu la “Flora Pedemontana sive enumeratio methodica stirpium indigenarum Pedemontii”, pubblicata nel 1785 e nella quale descrisse le virtù medicinali di 2.813 specie di piante del territorio piemontese, di cui 237 nuove specie. Tale trattato, considerato ancora oggi una delle più importanti opere floristiche in Europa e la più importante in Piemonte, gli consentì di raggiungere una fama internazionale.

 

Nel 1781, a causa della sua salute cagionevole e della precoce e progressiva perdita della vista, dovette abbandonare la cattedra universitaria ma conservò la direzione del Museo fino alla sua morte. Durante il corso della sua vita, si concentrò e si dedicò anche ad altri campi delle Scienze Naturali, interessandosi alla Zoologia, alla Geologia e allo studio dei fossili: mise insieme una raccolta di oltre 6.000 campioni tra minerali, rocce, fossili e preparati zoologici e una collezione entomologica costituita da circa 4.200 insetti. Morì a Torino il 30 luglio 1804 e purtroppo, dopo la sua scomparsa, la maggior parte di questo materiale venne venduto ed andò smarrito.

 

Simona Pili Stella

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