Dopo la mazzata sul Pd rientra in scena Cota

pd unita

COTA RL’ex presidente: “Confido che il tribunale sappia cogliere la mia assoluta buona fede rispetto alle circostanze contestate”

 

L’ex governatore piemontese Roberto Cota era presente all’udienza che lo vede imputato con altri 24 suoi colleghi consiglieri della precedente legislatura nella vicenda di Rimborsopoli. In realtà la prima è un’udienza puramente “tecnica”. Il vero processo prenderà il via con l’inizio del nuovo anno e andrà avanti per parecchi mesi. Nel frattempo verrà definita la posizione dei 10 politici che ieri hanno ricevuto la notizia ferale del loro rientro in gioco nelle vicende giudiziarie. “Confido che il tribunale sappia cogliere la mia assoluta buona fede rispetto alle circostanze contestate”, ha detto Cota all’Ansa uscendo dal palagiustizia.

 

Chiamparino: “Ho piena fiducia in loro e sono convinto che supereranno a testa alta questo difficile passaggio”

 

Chiamparino dixit. Il partitone “rosso” fa quadrato intorno al suo vicepresidente  e al segretario regionale rimessi in pista nell’inchiesta sulle spese pazze della Regione. Quel che si dice spirito di corpo. E pensare che, a parti inverse, il segretario nazionale di Forza Italia Giovanni Toti, impedì ai consiglieri regionali azzurri inquisiti – in nome del dilagante senso comune anticasta – di candidarsi alle ultime elezioni regionali. Come dargli torto. Oggi come oggi chi difende la presunzione di innocenza è merce rara. Ci va coraggio – merce rara anche questa – a farne una bandiera di pur sacrosanti diritti e di civiltà.

 

Il comunicato ufficiale della segreteria regionale Pd non lascia dubbi sulla solidarietà ai propri sodali. Lo pubblichiamo integralmente:

 

“Il Partito democratico del Piemonte conferma la fiducia nell’operato della magistratura da cui dipenderà un’ulteriore valutazione di merito sul caso dei Fondi regionali. La segreteria regionale del Pd ritiene legittimi i comportamenti dei consiglieri regionale PD in quanto tutte le spese erano connesse all’attività istituzionale, tanto che gli stessi Pm, dopo un anno di indagini affidate alla Guardia di Finanza, avevano richiesto l’archiviazione. Oggi il GIP modifica quella linea, a questo punto non possiamo che aspettare la decisione finale sul rinvio a giudizio. La Segreteria, inoltre, conferma la solidarietà al Presidente Chiamparino e agli assessori coinvolti e condivide totalmente le dichiarazioni e le scelte assunte dal Presidente della Regione.La segreteria regionale conferma, infine, la fiducia a tutti gli amministratori del PD coinvolti nel procedimento giudiziario, rigettando la dimissione del segretario regionale Gariglio dal proprio mandato politico”.

 

 Nei confronti del proprio segretario regionale Davide Gariglio e del vicepresidente della Giunta, Aldo Reschigna (quest’ultimo nella foto, risalente alla scorsa legislatura, accanto ai compagni di partito Mercedes BressoWilmer Ronzani, archiviati dall’inchiesta) gli eredi del Pci si scoprono ipergarantisti che neanche Berlusconi. Chapeau.

 

Ghinotto

 

Il giorno del giudizio: anche il Pd a processo

20 ottobre 2014

IN CONFERENZA STAMPA IL GOVERNATORE DIFENDE RESCHIGNA E CERUTTI E RESPINGE LE LORO DIMISSIONI. PER ORA SI TRATTA DI IMPUTAZIONE COATTA, PER OGNI DECISIONE SI ATTENDERA’ IL PRIMO GRADO DI GIUDIZIO.

 

La reazione della minoranza

 

“Il rinvio a giudizio di alcuni autorevoli esponenti del centrosinistra merita un approfondimento in Aula. Ora misureremo la coerenza di Chiamparino e del Partito Democratico che hanno utilizzato il tema di rimborsopoli in campagna elettorale”. A dichiararlo il capogruppo di Forza Italia Gilberto Pichetto.

 

Il presidente degli azzurri ricorda le parole pronunciate dal candidato presidente del centrosinistra durante un incontro pubblico. Chiamparino in quella occasione affermò: “Penso ad un governo regionale con politici fuori da Rimborsopoli, senza indagati, con persone che hanno contribuito a ridurre i costi della politica e che hanno creato le condizioni perché la prossima legislatura sia a rimborsi zero”.

 

I presunti “salvati” si trasformano in “sommersi”. Una sorta di legge del contrappasso inguaia anche quei consiglieri regionali, quasi tutti del Partito democratico, per i quali i pm di Rimborsopoli avevano chiesto l’archiviazione. A decidere così è stato il Gup Roberto Ruscello, autentico fiume in piena. Mentre il centrodestra si rincuora mestamente dei guai giudiziari di casa propria e pensa: “c’è un giudice a Berlino” (anzi, a Torino) e l’ex governatore Roberto Cota si prepara ad affrontare il suo processo, che inizia in queste ore, la tegola giudiziaria caduta sul Pd si trasforma in mannaia politica sulla testa del presidente Sergio Chiamparino, che vede nella bufera due big della sua giunta e altri del suo partito, compreso il segretario regionale.

 

Finiscono nella bufera e nell’allegato tritacarne mediatico il vicepresidente e assessore regionale al Bilancio Aldo Reschigna (Pd) e l’assessore alle Pari Opportunità Monica Cerutti (Sel), che ha versato lacrime in conferenza stampa professando la propria onestà. Richiesta di rinvio a giudizio anche per  il capogruppo Pd a Palazzo Lascaris e segretario regionale Davide Gariglio, i consiglieri  Angela Motta, l’ex consigliere e senatore Stefano Lepri, l’ex assessore alla Sanità e capogruppo di Rifondazione Eleonora Artesio. Rientrano nel processo anche gli esponenti del centrodestra Gian Luca Vignale (Fi), Fabrizio Comba (FdI), Luca Pedrale  (Fi) e Giampiero Leo (Ncd).

 

Archivio tombale, invece, per l’ex governatora Mercedes Bresso, attuale eurodeputata, l’assessore al lavoro Gianna Pentenero, il vicepresidente del Consiglio regionale  Nino Boeti, gli ex consiglieri Pd Rocchino Muliere, oggi sindaco di Novi Ligure, Wilmer Ronzani, e Giuliana Manica.

 

(Foto: il Torinese)

 

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