Geometria dell’estasi

“Innocenza della materia e conflagrazione del colore” 

Si intitola “Geometria dell’estasi” la mostra personale dell’artista Roberto Demarchi, che si inaugura giovedì 5 luglio prossimo dalle 18.30 nei suoi spazi in corso Rosselli 11. L’esposizione propone oltre venti opere dell’artista torinese realizzate tra il 2001 ed il 2018 e nel titolo riprende la efficace definizione dell’opera data dal poeta Roberto Rossi Precerutti nel dicembre 2003 sulla rivista “Poesia”, recensendo la monografia dal titolo “Perì Physeos”, pubblicata per l’editore Crocetti, in cui venivano presentati 44 suoi dipinti. Rossi Precerutti parlava di “un’energia imbrigliata in una griglia spaziale rigorosissima, di modo che l’innocenza della materia e la conflagrazione del colore diventino disciplina e ragione”, tanto da poter parlare di “una sorta di geometria dell’estasi “. Proprio nel marzo del 2001, appena due anni prima di questo testo critico, prendeva definitivamente corpo quel ciclo fondamentale nel percorso artistico di Roberto Demarchi che assunse il nome di “Perì Physeos “, contraddistinto da un linguaggio pittorico binario ridotto rigorosamente all’uso di quadrati e rettangoli, capace di riflettere sul momento aurorale del pensiero occidentale ed, in particolare, su quello dei filosofi presocratrici. La ricerca di Demarchi, da allora in poi, si sarebbe declinata, oltre che in direzione dell’approfondimento della riflessione sul pensiero presocratrico, anche di quello delle opere del poeta tragico Eschilo e dell’interpretazione di tematiche sacre tratte da Antico e Nuovo Testamento. Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani, parla, a proposito di Roberto Demarchi, di un’arte capace di partecipare della “linea che altri hanno chiamato della classicità, della linea della ricerca ( e poi della intuizione e della rappresentazione ) dell’ordine, insieme razionale e poetico, che governa il mondo visibile, di una tendenza stilistica riflessiva e speculativa, fondata sulla felicità di rimozione e proporzioni”. Nelle opere di Demarchi il critico d’arte Paolo Levi ha ravvisato la capacità di far sì che il nostro sguardo penetri le ombrosita’ archetipiche, attraverso “spartiti pittorici rivolti alla luminosità dell’inesprimibile”.

Mara Martellotta

 

Giovedì 5 luglio dalle 18.30 in corso Rosselli 11, a Torino.

Tel 3480928218

Mail rb.demarchi@gmail.com

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