“Generazione H” apre il 2019 di Leggermente

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Dopo un inizio intenso che ha visto ospiti del calibro di Maurizio Maggiani, Madeleine Thien, Laura Morante, il 2019 apre con un argomento di grande attualità: la continua “connessione” degli adolescenti. Temo, per la Generazione Z, a rischio Hikikomori che chiamerò, sinteticamente, Generazione H, il Destino che la mancanza di limiti del mondo virtuale potrebbe preparare, proporre e, soprattutto, imporre loro”, questo l’incipit del libro della nota psicoterapeuta Maria Rita Parsi.  Non è un grido di allarme ma, al contrario, l’invito a farsi carico della necessità di padroneggiare uno strumento che, in caso contrario,  potrebbe rivelarsi pericoloso.Comprendere quindi e riconnettesi con gli adolescenti sperduti nel web tra Blue whale, Hikikomori e sexting.

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‘GENERAZIONE H’

Non c’è genitore o educatore che non si sia scontrato con bambini e adolescenti catturati da un cellullare o da un computer e con la mente altrove. Senza, non riescono a stare. Vivono immersi nello schermo dello smartphone, o in quello del pc, perennemente connessi tra loro e con il mondo, ma spesso sconnessi dalla realtà. Sono le nuove generazioni, dai Millenials in poi, “nativi digitali” e cittadini virtuali del mondo intero. A tavola, a scuola, al cinema, al bar, non se ne separano mai, e il timore più grande è non avere campo o credito. La psicologa Maria Rita Parsi indaga sulla “Generazione H”, la generazione di ragazzi esposti sin dalla più tenera età alla seduzione del web. La facilità di accesso, le soluzioni immediate a ogni problema, da quelli scolastici a quelli esistenziali, la semplificazione delle relazioni fanno di internet il mondo parallelo perfetto, al cui confronto quello reale appare faticoso e deludente. Per questo gli adolescenti ci passano tanto tempo, come qualunque genitore sa bene. E pur senza arrivare agli estremi della sindrome di Hikikomori, la H del titolo − quel fenomeno nato in Giappone che riguarda ragazzi che si chiudono nella loro stanza e vivono solo in rete, senza lavorare, né studiare, completamente staccati dai genitori, dagli amici, dalla realtà −, la pervasività del virtuale nella vita dei giovani pone qualche dilemma su come relazionarsi con questi alieni. E vigilare affinché i limiti non vengano superati. Le storie di ragazzi che hanno rischiato di perdersi nel mondo virtuale mostrano i pericoli dell’uso incontrollato del web, ma dimostrano anche che affrontarli senza demonizzarlo è possibile, e indispensabile. Con il contributo di genitori, insegnanti ed educatori, per proteggere il capitale più grande di ogni società: il benessere psicofisico dei giovani.

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MARIA RITA PARSI – BIOGRAFIA

Psicologa, psicoterapeuta e scrittrice, svolge da anni un’intensa attività didattica e di formazione presso università, istituti specializzati, associazioni private. Docente di Psicologia Generale 2 all’Università telematica Uniecampus. Nei corsi post-laurea, è docente del modulo tematico sulla Pedofilia nel master di Scienze Forensi Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; nel Master in “Metodologie e Tecniche della Creatività” dell’Università degli Studi di Cassino, insegna metodologie e tecniche di Psicoanimazione; nella Scuola di Specializzazione in Psicoterapia a orientamento umanistico “Psicoumanitas” è coordinatrice e didatta. Durante il suo percorso di crescita personale e professionale che l’ha portata a essere docente, psicopedagogista, psicoterapeuta e saggista ha potuto studiare, formarsi, collaborare e lavorare a lungo con grandi maestri italiani della sociologia, della Pedagogia, della antropologia, della psicologia, della neuropsichiatria infantile, della psicanalisi, della sessuologia, della psicoterapia, e anche con stranieri. Grazie all’ampio bagaglio di esperienze, ha elaborato la metodologia psicologica della “Psicoanimazione”, ha fondato e dirige la SIPA (Scuola Italiana di Psicoanimazlone). Negli ultimi trent’anni, ha formato migliaia di persone con la metodologia a mediazione creativo-corporea (da lei stessa ideata e messa a punto) per lo sviluppo del potenziale umano: da psicologi a insegnanti, da manager a professionisti, da genitori a persone spinte dal desiderio di migliorare la propria vita. Nel 1991 ha dato vita alla fondazione Movimento Bambino che conta quattro centri (Roma, Milano, Cosenza e San Vendemmiano) e fulcri in tutta Italia e nella Svizzera Italiana, per la diffusione del pensiero e dell’arte dei bambini contro gli abusi e i maltrattamenti, e per la tutela giuridica, sociale, culturale dei ragazzi. L’ingresso all’incontro di venerdì 25 gennaio è libero fino a esaurimento posti.

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Venerdì 25 gennaio, ore 18, Fondazione Cascina Roccafranca, via Rubino 45

 

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