Fism: "il nostro appello per le scuole di infanzia paritarie"

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Invita e sostiene le scuole dell’infanzia federate a proseguire il servizio offerto a tutti i bambini” evidenziando che se il Governo e le amministrazioni locali non provvederanno a recuperare i tagli effettuati negli ultimi anni, le scuole saranno obbligate a ricorrere al’aumento delle rette a carico dei genitori

 

Le scuole dell’infanzia paritarie in Piemonte sono 485 ed hanno un’utenza annuale di circa 32mila alunni pari al 27,6% dei bambini da 3 a 6 anni in tutta la regione. Queste strutture, significative anche per le cifre che sono loro associate, stanno però versando in notevoli difficoltà economico – finanziarie provocate, da un lato, dalla lievitazione dei costi di gestione (quali luce, gas, riscaldamento, tasse locali), dall’altro dai tagli dei contributi ministeriali (negli ultimi 5 anni pari ad un 20%) e da parte egli enti locali, regioni e comuni. Questo stato di cose, sovente, anche in virtù del ritardo con il quale i contributi vengono erogati, costringe le scuole a ricorrere a prestiti bancari onerosi per poter pagare i propri dipendenti.

 

Il Consiglio regionale di Fism Piemonte – Federazione Italiana Scuole Materne, associazione che la propria sede a Torino in corso Galileo Ferraris 146, ha lanciato una denuncia della situazione di sofferenza delle scuole di infanzia rivolta alle pubbliche amministrazioni locali, ai partiti politici, alle organizzazioni sindacali ed alle autorità ecclesiastiche. Fism, in un articolato documento “invita e sostiene le scuole dell’infanzia federate a proseguire il servizio offerto a tutti i bambini” evidenziando che se il Governo e le amministrazioni locali non provvederanno a recuperare i tagli effettuati negli ultimi anni, le scuole saranno obbligate a ricorrere al’aumento delle rette a carico dei genitori “denunciando e documentando le responsabilità politiche del Governo e degli enti locali”. 

 

E, nella sua nota, il Consiglio regionale Fism sottolinea che la chiusura delle scuole di infanzia paritarie, oltre a causare perdita di posti di lavoro per insegnanti e personale ausiliario, determinerebbe un incremento dei costi a carico di Stato e Comuni poiché “il costo medio di gestione per bambino nelle scuole paritarie è di 2300 euro, mentre in quelle statali è di 6600 euro”.

 

Massimo Iaretti

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