Firme tarocche, si attende il 9 luglio ma la questione per Chiampa & C. è squisitamente politica

chiampa renzi

Il sindaco Piero Fassino ha smentito di voler sostituire il governatore in una staffetta in Regione. Ma in politica le smentite sono spesso conferme. Chiamparino potrebbe ricandidarsi alla guida del Piemonte chiedendo però di fare piazza pulita dei suoi avversari interni

 

La vicenda delle presunte firme tarocche sta facendo dormire sonni non troppo tranquilli a Sergio Chiamparino e alla sua maggioranza. Manca una manciata di giorni, ormai, all’udienza del 9 luglio, quando il TAR dovrà esprimersi (possibile anche un rinvio) sulle per ora ipotetiche  firme false delle liste del Pd provinciale di Torino e di Cuneo e del listino regionale del Pd per Chiamparino, in occasione delle elezioni regionali del 2014. Il presidente del Tar Lanfranco Balucani aveva dichiarato a Repubblica:  “Posso dire solo che noi trattiamo tutte le cause come se fossero uguali, siano di destra che di sinistra. Di più non posso dire, anche perché qualsiasi risposta potrebbe essere utilizzata come anticipazione delle nostre decisioni”. 

 

Una perizia calligrafica valuterà se e quante firme sono state falsificate, e la battaglia tra i legali si giocherà anche sul numero di queste: sufficiente o meno ad invalidare le liste e, addirittura, di conseguenza, le elezioni? E’ la cosiddetta “prova di resistenza”. Le voci che circolano confermerebbero che esistono parecchie incongruenze nella raccolta delle firme: la sigla di chi avrebbe dovuto vidimarle è diversa da quella autentica, molti nomi e firme dei sottoscrittori delle liste sembrano scritti dalla stessa mano,  mancano timbri obbligatori, ci sono date incompatibili, e via dicendo. Ma la questione non e’ solo giudiziaria. Gli aspetti più delicati sono quelli politici. Chiamparino che farà ? Aveva già dichiarato che non era sua intenzione farsi macerare per mesi o anni in attesa di una decisione dei giudici.

 

Se le verifiche dovessero poi confermare che gli errori e le eventuali falsificazioni sono  tanto pesanti ed evidenti, allora c’è da giurare che il presidente si dimetterà ancor prima di dover essere obbligato a farlo. Il sindaco Piero Fassino ha smentito di voler sostituire il governatore in una staffetta in Regione. Ma in politica le smentite sono spesso conferme. Chiamparino potrebbe ricandidarsi alla guida del Piemonte chiedendo però di fare piazza pulita dei suoi avversari interni. Il premier Matteo Renzi ha fatto capire a Chiamparino che forse non è il caso di affrettare le dimissioni e ha dichiarato che Fassino è il sindaco ideale anche per la prossima volta. Lo scenario e’ ancora confuso. Quel che è certo per il Pd, comunque, sono le nubi che si  addensano all’orizzonte.

 

(Foto: il Torinese)

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