Firme regionali tarocche, Chiamparino: "Se a luglio non c'è chiarezza si torna alle urne"

chiamp consiglio

La goccia  che ha fatto traboccare il vaso è stata stillata dalla dichiarazione di ammissibilità da parte del Tar del ricorso leghista sulle presunte firme false raccolte per la sua elezione a presidente regionale

 

Le criticità di queste ultime settimane si sono materializzate prima sotto forma di stress per Rimborsopoli che ha visto inguaiati (anche se poi “graziati”) alcuni componenti della sua maggioranza. Le cose sono ulteriormente peggiorate con l’inchiesta sulla torre regionale di Fuksas e – al peggio non c’è mai fine – con l’inchiesta sui gettoni gonfiati per gli assessorini Pd alla Circoscrizione 5. Ma la goccia  che ha fatto traboccare il vaso è stata stillata dalla dichiarazione di ammissibilità da parte del Tar del ricorso leghista sulle presunte firme false raccolte per la sua elezione a presidente regionale. E così lui, Sergio Chiamparino, ha dichiarato: “Se il 9 luglio, o intorno a quella data, non ci sarà una sentenza chiara e inequivocabile, sono pronto a restituire la parola agli elettori”. Il governatore è intervenuto alla direzione regionale dem, convocata per discutere sulla vicenda delle presunte firme tarocche per la presentazione delle sue liste. I giochi sono ancora aperti e ne vedremo delle belle.

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