FIAT Torino basket: supercoppa e i suoi “simili”. Come è bello abituarsi bene

Parliamoci chiaro subito: purtroppo la supercoppa l’ha vinta Milano, e la FIAT Torino si è mossa molto bene ed a tratti in modo autorevole. Ma, almeno ad oggi, Milano sembra più forte e più strutturata. Milano non ha cambi o riserve, ha solo giocatori diversi che giocano titolari a turno

L’Auxilium Torino ha invece già una forte anima combattente che è emersa prepotentemente nell’ultimo quarto, dove forse, con un briciolo in più di fortuna (anche se nello sport la fortuna non può essere una scusa) forse avrebbe potuto completare la rimonta. A dire il vero, è anche incredibile che gli arbitri non abbiano annullato un canestro all’Olimpia Milano dopo che la palla era entrata da sotto il canestro e poi riuscita nuovamente da sotto; sarebbe stata rimessa per la FIAT e non canestro subito, ma tant’è, si dice che lamentarsi è dei deboli ma dire la verità non può diventare un qualcosa di negativo. Comunque, lasciando da parte i sofismi dialettici su giustizia o fortuna del basket, mi piace soffermarmi su qualcosa di particolare che sta succedendo a Torino: è arrivato l’alto livello del basket, e ce ne stiamo accorgendo. L’effetto calcio non può che essere positivo per quel che riguarda l’immaginario collettivo, in cui ogni vittoria viene salutata come normale, però, a dire il vero, nel basket non era così fino a pochi anni fa. La FIAT Torino basket ha vinto una Coppa Italia, è riuscita a qualificarsi per una finale di Super Coppa (dopo aver battuto molto nettamente una Trento che è sempre stata considerata esempio virtuoso del basket nazionale) persa contro un’Armani Milano costruita per vincere sì, ma anche in Eurolega, e il pubblico sta sperando una stagione nuova piena di entusiasmo, come dai social emerge a grandi passi. E’ splendida la presenza di Larry Brown in panchina, ma non solo, anche nel palazzo stesso; il pubblico lo attende come un giocatore e il rispetto di tutti, avversari e tv locali e internazionali comprese, è assoluto. E la squadra gioca in maniera nuova, a volte ancora inconsapevole dell’enorme possibilità che ha di creare una moda che potrebbe tornare a far giocare a basket e non al tiro a bersaglio come unica arma. Qui si tratta di “gusti cestofili”, ma credo che il basket fosse nato per creare la spettacolarità degli 1 contro 1 i blocchi e le sfide ravvicinate a canestro. Ora, ma è solo il mio pensiero, esiste molto il tiro da 3 esasperato e chissà, magari arriverà il tiro da 4 punti… , ma è un basket diverso, un tiro al bersaglio (difficile, ma sempre un tiro al bersaglio resta…) che amalgamato al resto sarebbe il massimo, ma come risorsa primaria allontana il concetto di basket storico. La FIAT Torino sembra giocare con l’uno contro uno, l’attaccare il canestro, il gioco a due e la circolazione veloce della palla per creare le condizioni ottimali per giocare e, ultimo ma non ultimo, una difesa atletica e tattica ancora da definire ma che promette bene. Per quanto riguarda i singoli, pur se ancora tutti da rivedere quando avranno più di quattro allenamenti insieme… si può pensare che Mc Adoo sia e sarà un centro atipico dominante, Rudd potrà essere fondamentale come supporto energico e fisico in difesa quanto in attacco, Tyshawn Taylor un play d’attacco notevole, Wilson sembra quello “di una volta” e con qualità atletiche migliorate, Carr quando in “coraggio” sembra infermabile se non da solo…, Cotton ha addosso più energia e carica agonistica di una montagna di pile elettriche, Poeta e Cusin potranno sempre dare il loro contributo e in futuro saranno ancora più importanti, mentre Delfino è atteso al recupero fisico e di Anumba si attende il debutto reale ad alti livelli, ma il precampionato ha dato buone speranze. In attesa di David Okeke si dovrà porre rimedio alla panchina forse un po’ corta rispetto agli standard di alto livello internazionale, ma bisogna dire che meglio pochi ma ottimi che tanti “così così”. Sarà fondamentale la tenuta atletica e il rispetto dei tempi di recupero, perché tra viaggi e partite ad alta intensità non sarà un compito facile da adempiere. Comunque, come diceva il titolo, è bello abituarsi al bello ed è bello potersi preoccupare di come vincere di più. E’ la preoccupazione dei forti. E la FIAT Torino basket sta muovendosi in questa direzione. La mentalità di tutti dovrebbe condurre a questo: essere pronti a fare il salto verso l’alto. Ma questo si fa ricordandosi sempre di chi ha i veri meriti di tutto questo miracolo a Torino, che senza chi ha investito tanto e anche tanta salute in questo miraggio ora realtà, lo scorso weekend non avrebbe visto la sua Auxilium giocare contro l’Olimpia, ma forse alla sera avrebbe letto il risultato sul televideo del vincitore.Torino è protagonista del basket nazionale: è una realtà che i Torinesi sapranno apprezzare, e i veri tifosi della FIAT Torino saranno felici di vederla giocare dal vivo nella nuova casa del Palavela!

Paolo Michieletto

 

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