Fassino super-sindaco ma Torino Metropoli nasce tra mille problemi

TORINO INGRESSO

La Legge di stabilità definisce una riduzione dell’organico del 30% nelle realtà metropolitane, e prevede perciò mobilità verso altre amministrazioni locali pubbliche

 

Il logo è bianco su fondo blu, con l’antica croce bianca su sfondo rosso della defunta Provincia. Piero Fassino, da ieri, è il supersindaco della nuova Città metropolitana. il vicepresidente è Alberto Avetta, già numero due dell’ente provinciale disciolto. Fassino ha voluto subito smentire “il sospetto infondato che la nuova Città metropolitana possa sottrarre competenze ai Comuni che la compongono”. Su questo tema molte aree del Torinese erano e sono perplesse.

 

“Nessuno tema di perdere qualcosa – ha dichiarato – perché invece il nuovo assetto istituzionale porterà un valore aggiunto per tutti, a partire dai Comuni più piccoli. Intendo governare la Città metropolitana sulla base del principio della pari dignità di tutti i 315 Comuni che ne fanno parte, quali ne siano la dimensione o il colore politico”. Quella di Torino è la Città metropolitana più grande d’Italia e grandi sono anche i suoi problemi. In primis le risorse: la coperta è troppo corta e mancano i fondi per finanziare anche i servizi essenziali per il funzionamento della baracca.

 

E’ poi  in corso un negoziato tra ANCI, UPI e Roma sullo spinoso tema del personale. Se aumentano le funzioni delle Città metropolitane, deve anche essere garantita la necessaria dotazione di dipendenti.  La Legge di stabilità definisce una riduzione dell’organico del 30% nelle realtà metropolitane, e prevede perciò mobilità verso altre amministrazioni locali pubbliche. E in tutta Italia ci sono 25.000 persone da spostare. L’ANCI ha stabilito con il Governo la definizione di  una mappa dei posti statali che è possibile occupare attraverso la mobilità e si individueranno i posti disponibili nel sistema degli Enti locali.

 

La ex Provincia di Torino è messa a rischio dalla Legge di Stabilità per  la non rinnovabilità dei contratti a termine attuali, che sono 22. La richiesta di Torino è che non si applichino agli enti nuovi le sanzioni per gli enti disciolti. Fassino ha detto che il problema troverà una risposta nei prossimi giorni.

 

(Foto: Silvia Patti)

   

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