“Facce di bronzo” (o di marmo) in rete sul Torinese

Lavazza cavalloARCHITETTURAC’è chi li usa per darsi appuntamento, chi li considera un posto tranquillo per riposarsi un po’ e chi, addirittura, si “selfa” in loro compagnia; eppure la maggior parte dei cittadini di Torino non (ri)conosce i protagonisti dei monumenti che rappresentano la storia ma soprattutto la bellezza della propria città

 

Nell’archivio della rubrica ARTE i primi articoli sui monumenti torinesi

 

Essere un buon cittadino vuol dire rispettare ma anche conoscere la propria città. E per conoscere non bisogna intendere saper collocare i vari Corsi o le principali Piazze, ma si parla di una conoscenza almeno approssimativa di quelli che sono stati per decenni i protagonisti della storia della nostra città.

 

Sono sopravvissuti alle guerre, ai bombardamenti e persino a terremoti ed alluvioni, eppure i nostri celebri antenati di marmo o di bronzo passano con quasi totale indifferenza sotto gli occhi dei torinesi. C’è chi li usa per darsi appuntamento, chi li considera un posto tranquillo per riposarsi un po’ e chi, addirittura, si “selfa” in loro compagnia; eppure la maggior parte dei cittadini di Torino non (ri)conosce i protagonisti dei monumenti che rappresentano la storia ma soprattutto la bellezza della propria città.

 

Tuttavia, c’è stato un tempo in cui lo sguardo fiero ed il bagaglio di azioni erudite e valorose di questi protagonisti del passato erano conosciuti e celebrate dalla maggior parte dei cittadini, tanto che quasi tutte le solenni statue venivano realizzate grazie a sottoscrizioni pubbliche cui, pare, gli abitanti di Torino rispondevano con generosità.

 

Ma i tempi sono cambiati e così come è vero che l’arte contemporanea non conosce più il linguaggio della celebrazione e del “piedistallo” e anche sempre più vero che il disinteresse che oggi la maggioranza dei cittadini ha per la propria città manderebbe fallita qualsiasi sottoscrizione di fondi per onorare con una statua (se mai si palesasse un uomo degno ti tale commemorazione), un cittadino torinese e non.

 

Quindi in assenza di fondi ma soprattutto senza la presenza di uomini giusti e valorosi da celebrare, non ci resta altro che cercare di far conoscere al meglio gli eroi del passato. Per questo motivo “Il Torinese” porterà i suoi web-lettori a conoscere la storia e soprattutto le meraviglie della propria città con un appuntamento settimanale nella sua rubrica “ARTE”.

 

Vi auguriamo una buona lettura ed uno splendido viaggio per le strade di un museo a cielo aperto.

 

(Foto: il Torinese)

 

Simona Pili Stella

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