Eternit: fuori Torino processo eterno

In settimana si è scritta una nuova pagina nella ormai lunga Odissea giudiziaria dell’Eternit. Il troncone dell’ex Eternit bis davanti al Tribunale di Torino, che riguarda i casi di due decessi di lavoratori dell’ex Saca di Cavagnolo è arrivato ad un primo punto fermo. Il pubblico ministero Gianfranco Colace, nell’udienza di giovedì 29 novembre, ha chiesto la condanna di Stephan Schmidheiny a sette anni di reclusione per il reato di omicidio colposo al termine della sua requisitoria, portata avanti per circa tre ore con toni pacati ma al tempo stesso appassionati. Non c’è stato, da parte della pubblica accusa il riconoscimento delle attenuanti generiche anche se sarà poi il Tribunale a dover giudicare. Il prossimo appuntamento del calendario processuale è previsto per il 15 gennaio prossimo, alle ore 9.30, quando parleranno i legali delle parti civili costituite e l’avvocato Astolfo Di Amato, che difende il multimilionario svizzero. Tra le parti civili ci saranno i familiari di Giulio Testore di Cavagnolo, assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni e l’Osservatorio nazionale amianto-Ona, assistito dall’avvocato Andrea Ferrero Merlino. E l’Ona in una nota evidenzia che mentre a Torino il procedimento è proseguito e sta arrivando ad punto di svolta nelle altre sedi il processo langue, in Sicilia, come a Modena e Reggio Emialia e, soprattutto a Vercelli dove c’è il maggior numero di casi vista la competenza territoriale per Casale Monferrato, mentre a Napoli è ‘scontro’ frontale con le agguerrite difese di Schmidheiny. “L’Ona continua il suo impegno al fianco delle vittime dei cinque stabilimenti Eternit per rendere giustizia alle vittime – dichiara l’avvocato Bonanni – e il 15 gennaio ci assoceremo alle richieste del pubblico ministero nel chiedere la condanna di Stephan Schmidheiny”.

Massimo Iaretti

 

 

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