Enjoy the difference: quando la diversità è di casa

Nato del 2011 dalla collaborazione di Associazioni studentesche, Università di Torino, Comune di Torino ed alcune associazioni come ad esempio “Senza Muri”, questo progetto nasce con l’intento primario di coniugare l’esigenza degli studenti di trovare una casa ad un prezzo ragionevole e l’esigenza di promuovere la vita indipendente di ragazzi con disabilità

 

senza muri 2

“Ci sono cose che senza che tu te ne accorga ti cambiano radicalmente la vita. Enjoy the Difference più che la mia vita, ha trasformato radicalmente il mio modo di vivere e di rapportarmi con gli altri e soprattutto con me stessa!”.

 

Daiana ha 22 anni, sta per prendere la laurea triennale in Psicologia e durante la specialistica vorrebbe poter fare un’esperienza Erasmus. Ci siamo incontrate in un bar vicino all’università e dopo esserci accomodate, abbiamo cominciato a parlare di come, nell’ultimo periodo, la sua vita abbia preso per così dire una piega un po’ diversa.

 

Nell’ultimo anno infatti, Daiana ha imparato a provvedere quasi esclusivamente da sola alle sue esigenze, ha imparato il vero significato del termine autonomia e soprattutto ha acquisito una maggior sicurezza nel risolvere ed affrontare i problemi che la vita le ha presentato. Daiana, come altri ragazzi, ha partecipato al progetto Enjoy the Difference.

 

Nato del 2011 dalla collaborazione di Associazioni studentesche, Università di Torino, Comune di Torino ed alcune associazioni come ad esempio “Senza Muri”, questo progetto nasce con l’intento primario di coniugare l’esigenza degli studenti di trovare una casa ad un prezzo ragionevole e l’esigenza di promuovere la vita indipendente di ragazzi con disabilità, attraverso soluzioni abitative e l’arricchimento della rete sociale. Viene rivolto agli studenti dell’Università di Torino e ai giovani con disabilità e prevede, appunto, nuclei di coabitazione formati da gruppi misti.

 

Enjoy the Diference (ETD) si è sviluppato negli anni come un progetto di promozione culturale: le coabitazioni, oltre ad essere gli appartamenti che ospitano i ragazzi per la durata di un anno , diventano luoghi dove si promuove la prospettiva della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità per la quale “le persone con disabilità devono avere la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri,il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione”.

 

Un progetto nuovo, un’idea di cambiamento in cui le vite di ragazzi disabili si intrecciano con quelle di alcuni studenti, creando così uno scambio di esperienze, di frammenti della propria vita, progetti per il futuro, ma soprattutto la capacità e la voglia di reinventarsi e mettersi in gioco. Andare oltre gli stereotipi sui giovani, dimostrare che invece di soggetti passivi ed inattivi come spesso vengono descritti, questi ragazzi (disabili e non), sono in realtà il motore del cambiamento soprattutto da un punto di vista culturale.

 

Molto spesso l’idea della convivenza con un giovane disabile porta con sé la convinzione che si tratti di un’esperienza legata solo ed esclusivamente al “volontariato” e di conseguenza all’assistenza. La sfida di Enjoy the Difference risiede proprio nel proporre un’immagine della disabilità che vada oltre l’idea di impossibilità e soprattutto oltre l’idea di compassione affinché la diversità diventi per tutti, invece che un punto di rottura e distacco, un punto di partenza ed un luogo fertile dove poter accrescere le proprie ricchezze personali.

 

Un altro punto forte di ETD è stata ed è tutt’ora la co-progettazione. L’idea iniziale del progetto ha visto come protagonista la docente universitaria Prof.ssa Cecilia Marchisio che, prendendo spunto da un progetto similare con cui aveva avuto modo di interfacciarsi in Spagna, l’ha riproposto alle organizzazioni studentesche (attraverso il Senato Studenti) ed alle istituzioni (Comune di Torino). Enjoy the Difference nasce proprio da questo gruppo di progetto composto da quattro studenti (di cui uno rappresentate il gruppo “Studenti Indipendenti”), la docente ideatrice, una dottoranda, una rappresentante del Comune, ed una rappresentate dell’associazione “La Virgola”, che collabora con il Comune nei servizi per la disabilità.

 

Un variegato gruppo che riunito in un tavolo alla pari ha dato vita ad un progetto che ha visto il contrasto alla “diversità” come primo obiettivo e come primo motore di ricerca per un percorso costruttivo di partecipazione.

 

Il primo appartamento di ETD è partito a ottobre 2011 e questo ottobre del 2014 vede iniziare il quarto anno di convivenza dove studenti disabili e studenti non disabili convivranno per il prossimo anno accademico. Come è stato per i precedenti tre anni questi ragazzi svolgeranno la loro vita da ragazzi e studenti di sempre; c’è chi imparerà a prendere il pullman da solo senza l’ausilio di qualcuno e chi invece imparerà che una sedia messa nel posto sbagliato può prendere la forma di una terribile barriera architettonica. Ognuno di questi ragazzi imparerà qualcosa di diverso ma tutti, durante la durata di questa (mi permetto di dire) straordinaria esperienza, impareranno che la “diversità” può anche essere una semplice occasione per cominciare un percorso “alla pari”.

 

Vorrei concludere riportando uno degli ultimi aneddoti che Daiana durante il nostro incontro mi ha raccontato: “ C’è probabilmente un episodio che porterò sempre con me perché molto probabilmente riassume tutta l’importanza del progetto. È stato quando uno dei miei coinquilini durante una conversazione ha affermato che, una volta imparato da parte mia a conoscere la casa, la differenza non si sentiva più; anche perché a quel punto, per lui, non c’era più nessuna differenza!”.

 

In effetti mi sono dimenticata di dirvi che Daiana oltre ad essere un’ottima studentessa ed una splendida e normalissima ragazza di 22 anni, è anche una non vedente.

 

www.senzamuri.org

 

 

Simona Pili Stella

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