Emigrazione, i piemontesi nel mondo

E chi l’ha detto che i piccolissimi comuni non possono realizzare delle operazioni ad ampio respiro culturale, nonostante l’enorme penuria di risorse economiche. A Brozolo, comune della Valcerrina appartenente alla Città Metropolitana di Torino, questa affermazione viene smontata se si visita la mostra “Anche da Brozolo son partiti … Emigrazione piemontese nel mondo”, realizzata grazie all’impegno del consigliere comunale Guido Balzola e della sua consorte Ileana Maccagno che, lavorando intensamente sei mesi circa, sono riusciti ad allestire un momento culturale che va al di là dei confini del comune e ricostruisce un pezzo di storia del Piemonte dell’ultimo secolo e mezzo.

brozolo

L’evento ospitato nella sala consiliare e nella Biblioteca è la terza tappa di un viaggio ideale iniziato nel 2014 quando vennero raccolte foto e documenti riguardanti la vita del paese e proseguito nel 2015 con la concomitanza dei cento anni dell’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale, la “Grande Guerra”. Quella del 2016, invece, racconta le storie – come evidenzia Guido Balzola – “di coloro che lasciarono Brozolo alla volta degli Stati Uniti o dell’America del Sud, dell’Uruguay, del Brasile, dell’Argentina, partendo da porti come Genova, Marsiglia o Le Havre, per arrivare negli Stati Uniti dopo 15 o 18 giorni di navigazione o in Sud America dopo un mese in mare”. La ricca documentazione raccolta dagli organizzatori consente di distinguere una prima emigrazione negli Stati Uniti intorno alla metà dell’Ottocento, che si integrò molto meglio di quella successiva nel tessuto del giovane stato americano e poi quella dei primi anni del Novecento. E con questa seconda ondata, non tanto per povertà quanto per cercare un futuro migliore in più ampi spazi, partirono da Brozolo Francesco Faldella, Alberton Crovello, Romano Crovello, Augusto Allegranza, Francesco Allegranza, Maggiorino Bongiovanni, Marina Bongiovanni, tutti con una dotazione chi di trenta dollari (cifra che nell’Italietta di inizio secolo era certamente ragguardevole) chi si sessanta dollari, giungendo ad Ellis Island, l’isola davanti alla Statua della Libertà a New York, dove venivano “passati al setaccio” dalle autorità americane dell’immigrazione e poi proseguivano nel Nuovo Mondo giungendo in diverse destinazioni. Ma l’opera di recupero della memoria non si ferma al Nord America. Così dalla lettura dei tabelloni si può apprendere che il Penarol, squadra pluricampione d’Uruguay, deve il suo nome agli immigrati piemontesi di Pinerolo, che la Bagna Cauda viene servita a una non grandissima distanza dallo Stretto di Magellano, quasi ai confini del mondo, che la dinastia dell’attuale Papa Francesco è iniziata in Valcerrina con la nascita di un tal Giovanni Battista Bergoglio l’1 maggio 1685 a Robella   che tal Charlie Siringo, piemontese di origine fu cacciatore di taglie per i Pinkerton e fu sulle tracce di Butch Cassidy, il numero uno dell’Orda Selvaggia. Nella Biblioteca, poi, vengono proiettati filmati che ricordano i motivi della mostra che rimarrà aperta sabato 31 dicembre dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, domenica 1 gennaio, venerdì 6, sabato 7, domenica 8, sabato 14 e domenica 15 dalle ore 15 alle 18.

Massimo Iaretti

 

 

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