Effetto Chiara, the day after. Le reazioni alla vittoria shock nel feudo storico del Pd

GLI  ESPONENTI POLITICI RIFLETTONO SULLA CONQUISTA PENTASTELLATA DI TORINO

comune municipio

PIERO FASSINO

“Avremo tempo per riflettere, quello che intendo sottolineare è che  tutti i commenti rilevano che la cosa eclatante di Torino è  che la città sia stata ben governata e  nonostante questo il voto sia andato a favore della nostra avversaria. Tutti ne danno una lettura di tipo politico. Resta da vedere come una maggioranza così eterogenea potrà guidare la città ma questo si capirà solo successivamente”.

FORZA ITALIA

“Premesso che tutto il centrodestra ha il dovere di interrogarsi sugli errori commessi e su come tornare ad essere credibile nei confronti della stragrande maggioranza dei cittadini che hanno scelto di non andare a votare, va comunque sottolineato che nei 10 ballottaggi in Piemonte, fino a ieri tutti a guida centrosinistra, il centrodestra ha vinto in 4 comuni: Novara, Domodossola, Trecate e Carmagnola”. Lo dichiara in una nota il coordinatore Regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto. “Non si può inoltre non registrare il fallimento del Pd, di Chiamparino e di Renzi che hanno perso tutti i ballottaggi nella nostra Regione ” – aggiunge il leader di Forza Italia in Piemonte – “nei restanti 6 comuni infatti, 3 sono andati al Movimento 5 stelle, 2 a liste civiche non certo di area vicino alla sinistra ed 1 alla sinistra estrema”. “Noi tuttavia siamo abituati a guardare in casa nostra – conclude Pichetto – “soprattutto in un momento in cui bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per iniziare un percorso di rinnovamento e di ricostruzione di tutto il centrodestra; è questa la nostra missione che avrà come primo obbiettivo la vittoria del no al prossimo referendum costituzionale”.comune palazzo civico

I RADICALI

A commento dei risultati elettorali di Torino, intervengono i Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Igor boni, Laura Botti e Silvja Manzi.

«Quel che è successo a Torino lo abbiamo previsto, detto e scritto, con una precisione che fa impressione con i risultati davanti agli occhi. Non lo abbiamo detto ieri ma da quasi un anno, senza trovare ascolto, così come non trovammo ascolto nella vicenda delle firme alle regionali che avremmo facilmente potuto evitare. Non si tratta, oggi, di voler assurgere al ruolo di Cassandra e di togliersi il gusto di dire ‘l’avevamo detto’. Ma era il 25 settembre 2015 quando sul sito www.igorboni.it abbiamo inserito un comunicato stampa che abbiamo volutamente lasciato per 9 mesi in home page, fino ad adesso. Per inciso, non si sapeva allora nemmeno quali sarebbero stati i candidati alle elezioni e quali gli schieramenti in campo. Oggi lo possiamo utilizzare a futura memoria. Si diceva testualmente: “il caso Venaria è un campanello d’allarme evidente di come può finire al secondo turno un candidato del Partito Democratico contro un candidato dei 5 stelle (poco importa chi sia). Ritengo che immaginare a Torino lo stesso percorso – pur con dinamiche nel PD completamente differenti – non sia da folli visionari. Un candidato come Fassino che arrivasse nettamente davanti al primo turno rischierebbe comunque la sconfitta nel secondo turno dove elettori per nulla affini ai 5 stelle potrebbero convergere sul candidato grillino contro l’attuale sindaco”. È esattamente quello che è successo, con Fassino che conferma i voti del primo turno e Appendino che fa il pieno dei suoi e di tutti gli altri, che nulla hanno a che vedere con i 5stelle. Buon lavoro a Chiara Appendino, da oggi sindaco non di una parte vincente ma di tutti i torinesi e della Città metropolitana, sperando che la sua stella polare diventi Federico Pizzarotti e che, come lui, adegui alla realtà programmi e promesse da campagna elettorale inconsistenti (anche con lei siamo disponibili a collaborare dato che su trasparenza, legalità -“onestà”! -, merito, diritti, laicità ecc. forse qualcosa da dire l’abbiamo…). Grazie a Piero Fassino per averci messo presenza, passione, idee e tutta la sua statura politica di cui le nuove classi dirigenti della città dovrebbero far tesoro. Con questo risultato Silvio Viale, candidato radicale nella lista del PD, non entra in Sala Rossa, un’opposizione senza la sua voce sarà certamente più debole e il Consiglio comunale assai più povero. 

LEGA NORD

«Aveva ragione Spadolini: se dal Cinquecento Milano è sempre soggetta a qualcun altro (francesi, spagnoli, austriaci, piemontesi) una ragione ci sarà. E adesso si fa governare dal proconsole del fiorentino, che ha promesso di riempire Milano di soldi, sapendo che in qualche modo i milanesi li compri sempre… Ben diversa è Torino, più povera, ma che rimane una capitale, anche nel modo in cui ha risposto alle minacce del Governo di toglierle i soldi».Così Gianna Gancia, presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale del Piemonte, sull’esito elettorale a Torino e Milano.

municipio comunePRC – SE

Il segretario provinciale, Ezio Locatelli:

“La mazzata elettorale subita da Piero Fassino e dal Pd, ai ballottaggi del secondo turno, un dato eclatante  perché inaspettato, è un segnale salutare per Torino e l’intero Paese. La mazzata riguarda un sindaco (che è anche presidente dell’Anci) e un partito che, in materia di privatizzazioni, di svendita del patrimonio pubblico, di grandi opere affaristiche, di condivisione del modello Marchionne, hanno costruito una filiera di interessi e un sistema di potere che sembravano inamovibili. La mazzata riguarda un sindaco che ha impersonato appieno, con grande diligenza, le politiche liberiste del governo Renzi di attacco ai diritti del lavoro e di cittadinanza sociale, politiche che hanno accresciuto disoccupazione, disuguaglianze, povertà.

La mazzata elettorale al PD di Torino, oltre ad altre batoste nel torinese e a livello nazionale, rappresenta un duro colpo ai disegni “cesaristi” di Renzi di stravolgimento della Costituzione e del principio di rappresentanza democratica. Questo è uno dei risvolti più positivi del risultato delle amministrative. A Renzi, che continua a fare sfoggio di protervia, rifiutandosi di dimettersi e rilanciando la sfida sul referendum, bisogna rispondere con un rinnovato e più forte impegno per il no allo smantellamento della nostra democrazia costituzionale.

In questo quadro politico movimentato si allarga per la sinistra la possibilità di avere un ruolo propulsivo nei processi di cambiamento che, per quanto ci riguarda, non possono e non devono essere solo di facciata elettorale. Non c’è alcuna intenzione da parte nostra di affidarci alle politiche trasversali, né di destra né di sinistra, del M5S. I temi che riguardano il diritto e la dignità del lavoro, la cittadinanza sociale, la solidarietà, l’eguaglianza, la vivibilità ambientale necessitano di una scelta di campo, di una alternativa di modello di società, di una sinistra che torni a fare la sinistra in alternativa alle politiche liberiste del Pd, di una sinistra che torni a fare battaglia politica sul territorio e nei luoghi di lavoro, dalla parte delle classi sociali più deboli”.

(Foto: il Torinese)

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