Dl sicurezza, Regione avanti con il ricorso

Il dibattito sul ricorso che la Giunta regionale presenterà alla Corte Costituzionale contro il “decreto sicurezza” del Governo ha occupato gran parte della seduta di martedì 15 gennaio, con le comunicazioni in apertura dell’assessora alle Politiche Monica Cerutti, chieste dal gruppo Forza Italia, e le conclusioni del presidente Sergio Chiamparino


“Il decreto sicurezza rischia di rappresentare un danno per il nostro territorio – ha spiegato Cerutti – e mette in discussione il sistema finora costruito. Prevediamo un aumento esponenziale degli irregolari, che per potersi mantenere rischiano di essere impiegati nel lavoro nero o di essere assoldati dalla criminalità. Il nostro ricorso alla Consulta è il naturale approdo dopo un lungo lavoro. Il decreto porterà allo smantellamento degli Sprar con la perdita di 350 posti di lavoro, graverà sul sistema sanitario regionale e, secondo l’Anci, le spese sociali aggiuntive saranno di 22 milioni di euro”. Il capogruppo di Forza Italia Andrea Fluttero ha lamentato “la mancanza di un confronto prima della scelta. Nel merito mi pare che l’unico elemento che presenta rilievi significativi sia quello della revoca della cittadinanza. Gli altri sono argomenti politici che non giustificano un ricorso alla Corte su un provvedimento che è stato già controfirmato dal Capo dello Stato. Molti presidenti di Regione non hanno scelto tale via. Abbiamo il 7,6% di Pil da recuperare rispetto alle regioni del nord, siamo al quarto posto. Chiamparino usi gli ultimi mesi della legislatura per risolvere i problemi dei piemontesi e ritiri il ricorso”. Per il Partito Democratico sono intervenuti i consiglieri Domenico RavettiPaolo AllemanoAndrea AppianoVittorio BarazzottoLuca CassianiNadia ConticelliAntonio FerrentinoGabriele Molinari sottolineando che “noi dovremmo comprendere le percezioni di cittadini e allinearle alla realtà, non fomentare la rabbia. Questo ricorso è un’azione per incidere davvero, in Italia molti sarebbero d’accordo e in questi giorni si è già sentita la voce di chi considera  questo governo il peggiore della nostra storia. Ieri l’Anci ha spiegato che ci sarà bisogno di circolari interpretative, che magari saranno diverse a seconda della prefettura. Siamo di fronte a una legge scritta male, che incide sui diritti fondamentali. Il ministro degli Interni dovrebbe fare un giro nei pronto soccorso delle periferie: mettere in discussione il sistema di accoglienza è frutto della volontà ideologica di cavalcare il tema, bisognava invece snellire le pratiche e garantire servizi adeguati”. Per Giorgio BertolaDavide Bono e Federico Valetti (M5S) “la realtà dei fatti è che c’è grande e grave disagio nei nostri territori. Chi abita in piazza vittorio come Chiamparino forse non ha contezza di quello che accade nelle periferie delle città. Non dobbiamo né cavalcare né ignorare il disagio. Questo governo sta cambiando l’immagine e l’autorevolezza dell’Italia in Europa, tutti devono essere parte della soluzione e non scaricare su qualcuno i problemi. a forza di retorica buonista e terzomondista, ci si dimentica delle persone che soffrono. Ci siamo preoccupati delle condizioni dei paesi da cui si parte e non di quelle in cui si arriva e accogliamo queste persone per permetterci di mantenere i nostri stili di vita con manodopera a basso costo”. Secondo Marco Grimaldi (Leu) “il decreto sicurezza minerà gli sforzi regionali per una distribuzione su tutto il territorio dell’accoglienza e smantellerà gli Sprar gestiti dai Comuni, che hanno favorito percorsi di integrazione e relazione, ingolfando i Centri di Permanenza per Rimpatri (ex Cie). Con questa legge odiosa si vuole negare in modo discriminatorio ad alcuni il diritto fondamentale alla salute, la possibilità di cercare o mantenere un contratto di lavoro, l’accesso ai servizi del territorio (i centri per l’impiego, un conto in banca, gli asili nido e le scuole dell’infanzia) e creare un esercito di invisibili Per questo in Piemonte dobbiamo proseguire lungo la strada dell’accoglienza diffusa, continuare a fornire cure e servizi e impugnare il decreto”. “Troviamo stucchevole – ha dichiarato il capogruppo Fdi Roberto Ravello – il solito spettacolo di soggetti che si arrogano senza alcun titolo il diritto di distribuire patenti di legittimità su chi è titolato ad esprimersi su certi temi, a partire dall’immigrazione. Ma soprattutto, registriamo l’ennesimo segnale di distacco della maggioranza di centrosinistra dalla realtà: da un lato abbiamo chi ha ridotto in modo consistente il numero degli sbarchi e dall’altra una Giunta regionale che lamenta la diminuzione dei richiedenti asilo nel circuito degli Sprar, invece che occuparsi dei problemi dei piemontesi”. Sulla stessa linea Gianluca Vignale (Mns): “voglio dire a Cerutti che dal 2014 al 2017 in Italia sono entrate 250 mila persone di cui abbiamo perso le tracce, di questi 40 mila sono minori non accompagnati. Questi sono dei clandestini che girano per l’Europa ospitale per cercare di avere sussidio economico e futuro. Per cui il vostro timore di mancanza di controlli è tardivo. In questa regione solo l’8-9% ha diritto d’asilo e sul fronte dell’emergenza sanitaria si spendono troppe risorse, garantendo un numero elevato di servizi ai clandestini con corsie preferenziali rispetto ai normali cittadini. L’idea universale di accoglienza è portata avanti da chi da troppo tempo non si confronta con la povertà che c’è in Piemonte”. Per Benito Sinatora (Lega Nord) “promuoviamo un ricorso come se il decreto avesse già prodotto effetti. Le leggi buoniste sono fallite, la Giunta vive una realtà diversa da quella dei cittadini comuni che subiscono gli effetti di un’immigrazione selvaggia e incontrollata. Queste politiche sono state bocciate dal popolo italiano che il 4 marzo ha dato un messaggio chiarissimo e oggi sperate che la magistratura si schieri contro il governo democraticamente eletto”. “Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B – è stato l’invito di Stefania Batzella (Mli) – ho apprezzato il ricorso della Regione, dobbiamo difendere e tutelare i diritti umani e i diritti delle persone. Sembra che la storia, con le sue tragedie non ci abbia insegnato nulla. L’immigrazione va controllata e gestita, ma non si possono lasciare morire le persone in mare”. “Nell’avanzare questo ricorso ci siamo avvalsi di una prerogativa della Giunta, senza invadere alcuna competenza del Consiglio regionale”, ha concluso Chiamparino. “Il nostro ricorso non è sui principi costituzionali, anche se mi auguro che questi principi siano oggetto di altri ricorsi, ma è sul conflitto di attribuzione dei poteri perché il decreto ha effetto sulle politiche di cui siamo titolari, come la sanità e i servizi sociali”.

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