Democrazia e Ztl: contestare (civilmente) l’obbligo di velocipede è lecito

di Pier Franco Quaglieni

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Il 19 marzo alle ore 18 al Comune di Torino in piazza Palazzo di Città è stata promossa una consultazione “popolare” sull’estensione della Ztl fino alle ore 19,30, con pagamento per l’ingresso delle auto : un progetto che suscita non poche riserve. Ma, in primis, va contestato con fermezza il luogo scelto, cioè la sala delle Colonne, che contiene poco più di 70 persone. Le consultazioni dei cittadini non possono avvenire in un luogo angusto in cui già l’altro ieri non c’era più posto e prenotarsi diventava impossibile. C’è legittimamente da immaginare che gli attivisti 5 stelle abbiano provveduto a riempire la sala, di fatto impedendo ad altri di partecipare. La stessa ora scelta –  e 18 – impedisce ai commercianti la possibilità di essere presenti. E questo la dice lunga sullo spirito democratico di chi oggi governa la Città. Forse hanno scelto una sala piccola per evitare incidenti come quelli di piazza San Carlo, ma si tratta ,ovviamente, di una illazione un po’ malvagia e provocatoria che non va raccolta. Il fatto incontestabile e’ che la Ztl prolungata e’ vissuta con preoccupazione da migliaia di Torinesi che ritengono il provvedimento sbagliato.  Esso non tiene conto almeno di alcuni aspetti piuttosto evidenti. Non esiste a Torino che una sola linea metropolitana che non serve affatto il centro. E una seconda linea e’ ancora incerta e non si sa quando potrà essere costruita.  I trasporti di superficie funzionano male e sono spesso in ritardo.

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Molte volte il ricorso all’auto diventa indispensabile e non si riuscirebbe a capire a cosa servirebbero i parcheggi sotterranei centrali che sono stati costruiti,sia pure con forti ritardi. Il problema non riguarda i residenti in centro, ma l’idea stessa della mobilita’ urbana perché proprio le periferie rimarrebbero penalizzate perché il centro diventerebbe un’isola morta che forse piace a qualche residente pensionato che non vuole le auto sotto casa, ma penalizza gravemente chi lavora. L’inquinamento e il traffico attorno alla Ztl diventerebbero intollerabili , come e’ facile immaginare.  La stessa idea di aree pedonalizzate non è di per se’ la soluzione perché le isole pedonali di via Amendola e di via Carlo Alberto si sono rivelate fallimentari in quanto molte attività commerciali hanno dovuto chiudere i battenti e il passeggio e’ quasi inesistente. Il problema poi si aggrava se pensiamo a chi abita nella cintura e persino il sabato e la domenica si troverà le strade del centro sbarrate. Inoltre la città turistica verrebbe gravemente penalizzata perché raggiungere i principali alberghi diventerebbe problematico. Il commercio a Torino e’ in crisi e la Ztl a pagamento prolungata e’ un grave danno a chi lavora e da’ lavoro in momenti difficilissimi. Vogliono costringerci ad usare la bicicletta ? Non siamo in Olanda e ci sono fasce di cittadini che non possono, per ragioni di età,  inforcare il velocipede. C’ è un modo per rispondere ad una consultazione finta ed addomesticata. Andare lunedì 19 marzo dalle 18 alle 19,30 a manifestare civilmente sotto palazzo civico. L’arroganza degli improvvisatori va fermata . Io ci sarò.

quaglieni@gmail.com

(foto: il Torinese)

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