Dall'orologio immobile al caffè scomparso: piccoli misteri a Palazzo Civico

palazzo civico

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI

 

Adiacente alla Sala Rossa del consiglio comunale c’è un corridoio su cui si affaccia un ampio guardaroba con un piano per appoggiare i cappelli. Ma il malcapitato, che appoggiasse un cappello per davvero, scoprirebbe recuperandolo di averlo poggiato su uno strato di polvere  antica e persistente. Quando mi capitò la prima volta, oltre a ricorrere alla tintoria, segnalai la questione. Sguardo vagamente perplesso dei vari interlocutori: sembra che in realtà nessuno sia responsabile di controllare l’effettivo svolgimento delle pulizie

 

Appeso su una parete della Sala Capigruppo di Palazzo Civico si può vedere un orologio che sembra esser lì da una cinquantina d’anni. Segna da un tempo imprecisato le 18,30. Quando partecipo ad una riunione lo osservo, interrogandomi sulla sua storia e sul perché non sia stato mai riparato o sostituito. Mi sono anche informato e la prevedibile risposta è stata che non ci sono soldi per le manutenzioni.

 

Adiacente alla Sala Rossa del consiglio comunale c’è un corridoio su cui si affaccia un ampio guardaroba con un piano per appoggiare i cappelli. Ma il malcapitato, che appoggiasse un cappello per davvero, scoprirebbe recuperandolo di averlo poggiato su uno strato di polvere  antica e persistente. Quando mi capitò la prima volta, oltre a ricorrere alla tintoria, segnalai la questione. Sguardo vagamente perplesso dei vari interlocutori: sembra che in realtà nessuno sia responsabile di controllare l’effettivo svolgimento delle pulizie. Poi la solita spiegazione: tagli agli stanziamenti. A poco vale ricordare che questo può ridurre la frequenza del servizio, ma non la sua cancellazione. In realtà quella cappelliera in due anni non è stata mai spolverata. Ho rinunciato ad usare cappelli normali in favore di quelli ripiegabili e tascabili. In qualche caso mi sono portato uno straccio da casa per ripulire il pezzo di cappelliera necessario… lasciando una traccia indelebile del mio passaggio.

 

Accanto alla Sala Rossa esiste da sempre una saletta con bancone che funzionava da bar durante le sedute di consiglio. Arredi d’epoca, divanetto, qualche sedia. Da sempre luogo per un caffè o per un rapido spuntino durante sedute che spesso si prolungano per molte ore. Ovviamente le consumazioni si pagavano, ma, essendo un servizio saltuario, c’era un piccolo deficit di gestione. Proposta ragionevole: aumentiamo il prezzo delle consumazioni fino al pareggio. Decisione assunta: aboliamo il servizio in quanto simbolo della “casta”.  Il silenzioso scomparire di molti alla ricerca di caffè o panini nei bar della zona (numero legale a rischio) e l’abbandono alla polvere e al degrado del locale sono le facilmente prevedibili conseguenze. Troneggia però un boccione d’acqua (non della SMAT) con bicchieri di plastica, ma in genere o manca l’acqua o mancano i bicchieri. Tre piccole cose che contraddicono l’efficienza di tanta e più importante parte della civica amministrazione.  Eppure le apparenze contano.  Si può essere poveri, come siamo, ma se alla povertà si aggiunge la sciatteria, la sensazione di un malinconico e irreversibile declino diventa forte e scoraggiante. Basterebbe così poco!

 

Giusi La Ganga

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Battiato, a 70 anni sul palco dell'Alfieri

Articolo Successivo

Salone tutto in rosa con Milella e Cogoli proposte da Fassino e Chiamparino

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta