Dall’amianto al nucleare?

Il nucleare, anche se “pulito”, genera sempre dei dubbi, soprattutto in una città che ha già sofferto molto sotto l’aspetto ambientale, come Casale Monferrato, che è conosciuta come “Città Martire” per i numerosi morti d’amianto. Di qui la necessità di un approfondimento ed un dibattito pubblico. Di qui la decisione della conferenza dei capigruppo, insieme al vice sindaco Angelo Di Cosmo ed al presidente del consiglio comunale, Fabio Lavagno, di convocare, per giovedì 18 gennaio, alle ore 20.30, di una seduta legata al bando Enea per realizzare un’infrastruttura strategica legata alla ricerca sulla fusione nucleare, nell’ambito del progetto Dtt. Tale sigla, che sta a significare “Divertor tokamak test facility, comporta un laboratorio scientifico – tecnologico che dovrà essere realizzato in Italia, con sei regioni (tra cui il Piemonte che indicherà Casale Monferrato entro fine mese) che prevede investimenti per cinquecento milioni di euro ed il contributo fondamentale di Eurousion, il Consorzio europeo cui è affidata la gestione delle attività di ricerca della fusione nucleare. Tale tecnologia si basa su iter ed ha come obiettivo l’avvio di una centrale a fusione entro il 2050. Il laboratorio, che si andrebbe ad installare a Casale, avrebbe una vita di circa 25 anni, con scorie radioattive molto ridotte ed un decadimento limitato a pochissimi anni. Per fugare le perplessità, l’amministrazione ha deciso un doppio passaggio. La prima tappa è stata una discussione nella commissione ambiente del consiglio, presieduta da Giuseppe Primatesta, alla presenza del sindaco Titti Palazzetti e di molti assessori, consiglieri e cittadini, essendo pubblica. Sono intervenuti quattro docenti dell’Università del Piemonte Orientale, Michele Arneodo (che è anche ricercatore al Cern di Ginevra), Luciano Ramella, Paolo Trivero e Pietro Cortese, che hanno risposto ai numerosi quesiti posti dall’assessore ai lavori pubblici Sandro Terruggi, dai consiglieri Vito De Luca, Giorgio Demezzi, Fiorenzo Pivetta, Assunta Prato e Giuseppe Ferrigno. In particolare, rispondendo a Prato, che chiedeva se le altre energie rinnovabili fossero un’alternativa al nucleare, Trivero, la rilevato che questo dato non è possibile, come rilevato dal Libro bianco del 2008 della Società italiana di fisica. Il secondo passaggio, invece, sarà il 18 gennaio, con il consiglio comunale aperto, su richiesta di Legambiente. La prima parte della serata sarà riservata ai contributi delle Associazioni ambientaliste che hanno richiesto la convocazione, ai rappresentanti istituzionali, locali e regionali, nonché a professionisti esperti della materia che saranno espressamente indicati, mentre la seconda parte verrà riservata al dibattito consigliare vero e proprio. Non è la prima volta che a Casale si parla di nucleare, avvenne già negli anni Otanta. Ma allora c’era in discussione il sito di Trino – Leri Cavour e si parlava di un impianto a fissione, tutt’altra storia, anche se i dubbi ci sono sempre.

Massimo Iaretti

 

 

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