“Curcio? Non ci berrei un caffè. Presenza discutibile ma legittima”

Ospitiamo l’intervento di Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio: “Il fondatore delle BR Renato Curcio sarà ospite sabato, a Torino, di un centro sociale che intende festeggiare così il suo ventennale di attività. Una scelta discutibilissima, ma legittima”

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Il  nuovo Presidente dell’associazione italiana vittime del terrorismo-associazione con cui ho avuto una lunga collaborazione durante la presidenza di Maurizio  Puddu e di  Dante Notaristefano- Roberto Della Rocca ha utilizzato un convegno al liceo d’Azeglio di Torino  su Carlo Casalegno nel centenario della nascita , per  fare dichiarazioni clamorose, valutazioni discutibili e richieste profondamente illiberali.  Per un liberale come me  non è  condivisibile  l’affermazione secondo cui a Torino non ci debba essere” nessuna tribuna per Curcio” e che il sindaco Appendino  debba intervenire, non si sa bene a far cosa. Appendino potrebbe, semmai, sgombrare il centro sociale dove si terrà l’incontro con Curcio, ma ben altri sarebbero gli argomenti da usare per lo sgombero di locali comunali abusivamente occupati da anni. Non certo l’invito a Curcio che tratterà temi che nulla hanno a che vedere con il suo passato di terrorista. Certo nulla va dimenticato, come dice giustamente Piero Fassino, ma il rancore è un’ altra cosa rispetto al ricordo storico e politico.
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L’oblio nei confronti  del terrorismo ha avuto i suoi sostenitori e umanamente capisco anche Della Rocca ,ma sul piano intellettuale non posso non rifiutare le sue posizioni con assoluta fermezza. L’avvocato Dante Notaristefano, uomo mite e colto, mai si sarebbe azzardato a procedere sulla strada un po’  incauta  e in fondo ingenua di chiedere interdizioni di quel tipo.  Il capo delle BR è stato ed è un pessimo maestro, anzi non è affatto un maestro, ma la libertà di opinione, difesa proprio  da Casalegno con il suo sacrificio, deve prevalere su ogni altra valutazione. E ciascuno deve assumersi le sue responsabilità ,nel momento in cui invita Curcio; tuttavia   il diritto di organizzare pacificamente delle iniziative non può essere mai leso. Lo dice la Costituzione della Repubblica.  Ben diverso fu il caso di alcuni  ex  terroristi , la Balzarani in testa,  che vennero invitati in sedi universitarie. In quel caso alzai alta la mia durissima protesta.
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La mia lunga e affettuosa  amicizia con il figlio del Procuratore Generale di Genova Coco selvaggiamente ammazzato dai terroristi sta a testimoniare che io non sono mai stato per il perdono facile  o per  gli sconti di pena ai terroristi. Soprattutto sono stato in prima fila contro il terrorismo durante gli anni di piombo  come professore e come direttore del Centro Pannunzio : il generale Dalla Chiesa mi disse una volta di stare ben attento a quello che facevo.  Lo stesso Aldo Viglione ,presidente della Regione,che combattè duramente quella battaglia contro i terroristi ,mi disse affettuosamente  più volte che molte  mie dichiarazioni ed alcuni miei articoli mi rendevano un bersaglio. Andai avanti fermo per la mia strada,pur insegnando in un luogo in cui circolavano volantini brigatisti. Evitavo di rincasare tardi la sera:era l’unico accorgimento che adottavo,ma era una ingenuità perché i terroristi colpivano di giorno.  Ricordo che, dopo l’omicidio di Casalegno, gente come Luigi Firpo che scriveva articoli per la rubrica “Cattivi pensieri” scelsero vie  assai meno cattive e decisamente più prudenti. E lo posso comprendere, anche se non l’ho mai condiviso.
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La sera del giorno in cui Casalegno venne assalito dai brigatisti ,egli avrebbe dovuto coordinare un incontro su Benedetto Croce a Palazzo Lascaris ,per iniziativa del Centro Pannunzio di cui  Carlo era stato uno dei primissimi associati. Ci eravamo sentiti il giorno prima per gli ultimi accordi. le mie parole quella sera,quando coordinai io l’incontro, furono durissime.  Ripeto, a scanso di equivoci, che può essere un fatto molto triste che si festeggi il ventennale di un centro torinese, come ha giustamente detto al convegno  su Casalegno la Preside del Liceo d’Azeglio Chiara Alpestre, invitando il padre delle Brigate rosse, ma chiedere momenti repressivi è sbagliato ed è fuori tempo . Il valore della democrazia liberale , di cui  Casalegno fu strenuo difensore, lo impedisce. Curcio che ha messo in piedi una macchina omicida non ha ammazzato personalmente nessuno e la nostra Costituzione non prevede il bando  a vita neppure per gli assassini più sanguinari. L’utopia assassina di Curcio è stata sconfitta da tanti anni con la fermezza e il coraggio di pochi , che ha consentito allo Stato repubblicano di difendere sé stesso e la comunità nazionale. Con Curcio non condividerei neppure un caffè, ma ritengo che egli debba essere  libero di parlare, purché non voglia fare, come altri ex terroristi , il” professore”. Ernesto Rossi scriveva tanti anni fa sul “Mondo” che noi non possiamo agire con i comunisti come loro agiscono contro di  noi.Erano gli anni della guerra fredda e degli scontri frontali senza esclusione di colpi.I laici liberali,i democratici senza  illusioni giacobine ,magari inconscio, devono credere  nella libertà di pensiero e  praticarla senza eccezioni per nessuno.

  Pier Franco Quaglieni 

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