Cosa imparare dai ballottaggi

Il vento del Nord leghista soffia un po’ di meno al Nord. Probabile prezzo che si paga all’ essersi allargati in tutta Italia.  Persino la venetissima Rovigo ha in sindaco del centrosinistra. Con qualche terremoto come a Ferrara e Forlì.  Ritorna in smagliante forma il PD in Toscana, ma dobbiamo arrivare fino a Campobasso per trovare prove di accordo tra pentastellati e Pd. Operazione politica aborrita da Matteo Renzi che continua nel dirsi  il più figo del Mondo. Talmente bravo ed in palla che redarguisce l’ Europa che vorrebbe Gianni Letta tra i suoi vertici. Per una volta i due Mattei e Giggino sono d’ accordo in qualcosa. Ignorano sapendo di ignorare, a tal punto che i due Vice presidenti vogliono andare a trattare.  Stavolta Conte e Tria si chiedono se i due hanno voglia di scherzare. Con Salvini che ha paura di finire disoccupato, non avendo più comizi da fare.  Gli toccherà di fare il Ministro degli Interni, ruolo che , in verità, gli sta un po’ stretto. Il rapporto con il suo popolo gli dà adrenalina e soddisfazioni. Come a Biella, dove il suo candidato Corradino ha vinto.  Di poco ma ha vinto . In democrazia vale anche un voto in più. E qui devo fare pubblica ammenda.  Avevo previsto la vittoria di Gentile.  Sia ben chiaro: Corradino degnissima persona.  Ha fatto bene il suo lavoro a Cossato   A tal punto che per la terza volta in quella città il centrosinistra sta a guardare. Simpatico ed empatico.  Ma aveva contro i cosiddetti notabili locali. Il resto l’ ha fatto il Pd locale devastato e devastante.
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Le soddisfazioni per Matteo Rambo non finiscono qui. Anche Vercelli passa la mano. Qui il vincente è Corsaro, liste civiche in odore di eresia, da sempre di Forza Italia. Non sottilizziamo.  Il massimo è stato raggiunto a Novi Ligure.  Rocchino Muliere deve lasciare il passo al leghista sodale di Molinari, capogruppo della Lega. Esaltato per il risultato della Lega in Piemonte. Tolto Rivoli le soddisfazioni sono finite. Il Pd di Verbania si misura la febbre: 38. Si può andare avanti. Vince la Sindachessa uscente. Vittoria, perché no, simbolica. Almeno un capoluogo di Provincia in Piemonte. Dove fa cappotto il PD è in provincia di Torino. Da Chieri fino a Giaveno, Settimo con Collegno e Grugliasco già a posto.
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 Intanto Giggino sdogana l’ Appendino per un secondo mandato in Comune. Ma è più probabile una candidatura per Roma.  E la corsa di Laus è in salita.  I supporter della Famiglia Gallo lo aspettano al varco e il suo vate nazionale Lotti è per l’ ennesima volta in difficoltà per le indagini della magistratura sulla magistratura. Cose che succedono nel nostro Paese.  Stupirsi un delitto, indignarsi dovuto. Stupisce positivamente l’ abbraccio tra Cirio e Chiampa.  Non tanto per loro che si sono sempre dimostrati persone civili e composte. Stupisce perché sono delle mosche bianche in questa politica sempre fatta di soli insulti.  E Cirio comincia bene dicendo di mettere il lavoro come punto centrale. Speriamo che non siano solo parole mentre  la produzione complessiva piemontese cala. Lunedì conosceremo la nuova giunta.  Oltre alle idee ci vogliono individui che portano avanti le idee, che viceversa rimarrebbero delle speranze. Se rimangono tali diventano una delusione. Se non si  mantengono le promesse non si può e non si deve incolpare gli altri. Questo è un giochino fin troppo in voga in questi anni. Chi ha vinto? Direi tutti, visto che tutti hanno da portare esempi sul territorio che confermano la loro vittoria.  A Ferrara la Lega passa dal 3 al 40 per cento. Ma si blocca a Livorno accusando i pentastellati di averli traditi nel ballottaggio: sono così, in fondo sono ragazzi simpatici.  Ed il PD sornione ricorda che Rovigo da che mondo è mondo è sempre stato prima democristiano e poi leghista e che a Cremona non è servito a niente percuotete quel giovane contestatore definito da Rambo Salvini comunista,  in realtà un giovane che frequentava la parrocchia.  Anche io nel mio piccolo mi sono beccato del comunista incallito. Colpevole di criticare il Capitano. Come i pochi comunisti rimasti che mi accusavano di essere anticomunista.
Patrizio Tosetto
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