"Noi siamo con voi" contro ogni persecuzione, ma fioccano le polemiche

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IL GHINOTTO DI META’ SETTIMANA

Iniziativa sulla quale non sono mancate le polemiche a sfondo politico-religioso: chi ha stigmatizzato l’accostamento della figura dell’arcivescovo alle associazioni gay e lesbo, chi ha condannato “infiltrazioni” islamiche. Ma tant’è. La marcia è partita dal Municipio di Torino e, attraversando la zona di Porta Palazzo, è arrivata al Sermig, il Tempio della Pace e del Bene consacrato a Ernesto Olivero

 

Una cinquantina le comunità laiche e religiose di Torino e del Piemonte presenti alla manifestazione “Noi siamo con voi”,  la marcia di solidarietà per le vittime delle persecuzioni religiose nel mondo. Iniziativa sulla quale non sono mancate le polemiche a sfondo politico-religioso: chi ha stigmatizzato l’accostamento della figura dell’arcivescovo (che si è detto vicino alla manifestazione)  alle associazioni gay e lesbo, chi ha condannato “infiltrazioni” islamiche. Ma tant’è. La marcia, sotto gli occhi vigili e discreti della Digos,  è partita dal Municipio di Torino e, attraversando la zona di Porta Palazzo, è arrivata al Sermig in piazza Borgo Dora, il Tempio della Pace e del Bene consacrato a Ernesto Olivero, peraltro assente in questa occasione multiconfessionale. La manifestazione è stata promossa dal gruppo interreligioso coordinato da Giampiero Leo – notoriamente e orgogliosamente ecumenico – con il patrocinio e sostegno del Consiglio regionale del Piemonte, che ha di recente varato il Comitato per i diritti umani.

 

Ha dato la propria adesione, dicevamo,  anche l’arcivescovo Cesare Nosiglia. Il capo della Chiesa subalpina era presente al Sermig forte della sua convinzione che papa Francesco, coming soon sotto la Mole,  certamente apprezzerà questa dimostrazione di carità e fratellanza universale nei confronti degli ultimi, anche e in special modo di quelli di fede diversa. Nosiglia li ha definiti, usando le parole del pontefice: “i nuovi martiri”. Ultimi che, come si sa, prima o poi, saranno i primi. Altro che gay. “L’appoggio alla manifestazione – sottolinea il presidente Mauro Laus, presente al corteo – è maturato nella cornice del Comitato per i diritti umani, il nuovo organismo istituito dal Consiglio regionale con lo scopo di istituzionalizzare le occasioni di incontro e di confronto sui temi più delicati che interessano la collettività, uno spazio dove ogni diversità sia percepita come una ricchezza e il contrasto ad ogni forma di discriminazione sia inteso come un dovere di tutti”.

 

Hanno aderito anche molti esponenti della vasta comunità musulmana a Torino: lo ha dichiarato Younis Tawfik del Centro culturale italo-arabo Dar al-Hikma, insieme al portavoce della associazione islamica delle Alpi, Brahim Baya. “Questa non è una manifestazione contro l’Islam ma una iniziativa di solidarietà umana a cui prendono parte anche sette moschee di Torino, l’associazione dei Giovani Musulmani e le comunità religiose islamiche di Torino. Una presa di posizione importante per noi, perchè oggi non si può stare nel grigio”. Alla presentazione della marcia – che si è svolta il 5 giugno in Consiglio regionale – avevano partecipato anche il professor Claudio Torrero dell’associazione Interdependence and Religions For Peace e Bruno Geraci, promotore del Manifesto di Torino presentato al Sermig. Erano presenti i due vicepresidenti del Consiglio regionale Daniela Ruffino e Nino Boeti, quest’ultimo ha poi  preso parte anche al corteo con Silvio Magliano, vicepresidente del Consiglio comunale. Il vicepresidente regionale, insieme con Laus, ha fatto da prudente controfigura a Chiamparino, mentre Fassino è arrivato in chiusura. Intervenuti anche l’ex sindaco pre-olimpico Valentino Castellani, presidente del Comitato interfedi e – presenza significativa – il rabbino capo Ariel Di Porto. Il sindaco: “Il 17% delle persone a Torino è di stranieri. Bisogna battersi affinché ogni uomo e ogni donna venga rispettato nella sua dignità , aspetto che deve essere considerato prioritario nell’agenda politica e nella società . Dobbiamo essere solidali con chi è represso e far vivere principi di uguaglianza e pieno riconoscimento dei diritti di ciascuno nella nostra società”.

 

Da destra la polemica, in particolare da parte del capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione e in Sala Rossa, Maurizio Marrone: “È assurdo è inaccettabile che un evento che dovrebbe solidarizzare con i cristiani perseguitati dagli islamisti veda la partecipazione di associazioni islamiche ambigue se non addirittura collegate a gruppi terroristici!” Addirittura.  “Manifestare contro le persecuzioni religiose è assolutamente lodevole, soprattutto in questi tempi di feroce repressione anticristiana in troppi paesi: proprio per questo motivo bisogna difendere un messaggio così importante da ambiguità e scivoloni cui conduce spesso l’eccesso di ecumenismo, inopportuno quando si parla di Islam”, continua  Maurizio Marrone, che spiega: “Il Consiglio Regionale ha concesso su richiesta del Comitato Diritti Umani il patrocinio a una fiaccolata organizzata dal Sermig per manifestare contro le persecuzioni religiose, cui sono state invitate anche le altre comunità religiose torinesi. Nulla di male, se non fosse per la già annunciata partecipazione dell’Associazione Islamica delle Alpi, con sede nella Moschea Taiba. Quella stessa Moschea ha ospitato questa estate una raccolta fondi per Gaza che ha visto intervenire come ospiti d’onore due personaggi vicini ad Hamas, Raed Salah Abu Shakra e Riyadh Al Bustanji”.

 

E intanto gli sbarchi dei migranti continuano – con il conseguente smistamento di disperati quota-parte in Piemonte – incoraggiati dall’atavico, genuino spirito di accoglienza italico (condito da buonismo politically correct, oggi tanto di moda) e dal menefreghismo europeo.

Ghinotto

 

(Foto: il Torinese)

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