Comprare e vendere, guida agli investimenti

La grancassa giornalistica cavalca l’’onda dei fenomeni borsistici estremi quando ormai è al termine della propria corsa ma, cosi facendo, diventa megafono di paure o euforie deleterie e motore di irrazionalità nei comportamenti degli investitori

zulianiIl Torinese con questo primo intervento di Paolo Zuliani, analista tecnico indipendente, intende  dare ai risparmiatori occasionali e poco esperti un nuovo modo di guardare gli investimenti, slegandoli dalle notizie spesso fuorvianti dei mass media e dalle contingenze del momento. La grancassa giornalistica cavalca l’’onda dei fenomeni borsistici estremi quando ormai è al termine della propria corsa ma, cosi facendo, diventa megafono di paure o euforie deleterie e motore di irrazionalità nei comportamenti degli investitori. “Il mio contributo – dice Zuliani – sarà quello di far evitare questi errori e di sgomberare il campo da acquisti e vendite perché il titolo è basso o è alto, costa poco o costa caro” o perché “l’’ha detto la tv o il giornale””. L’’analisi sarà fatta sull’Indice FTSEMIB, ovvero il paniere che raccoglie le aziende italiane a maggiore capitalizzazione e non sui singoli titoli.

L’indice Ftse Mib dopo aver toccato la quota dei 19000 punti dai minimi di inzio febbraio si è avviato in una fase discendente che ad oggi sembra non avere trovato ancora un fondo. Come valuta l’’attuale fase di mercato?

 

Il nostro mercato è in fase correttiva da un mese circa dopo il forte rimbalzo iniziato il 9 febbraio scorso. Dai minimi l’’indice ha recuperato quasi il 20% per poi incominciare a flettere in un trend che, per adesso, non trova una conclusione. Tutto questo in controtendenza con le Borse americane che sono praticamente ritornate a testare i massimi di sempre. La debolezza tutta italiana dipenderebbe molto dalla difficile situazione del reparto bancario. Almeno, questo è quello che si sente raccontare nel disco incantato dei mass media. Sta di fatto, però, che non mancano puntualmente pressioni al ribasso anche per gli altri settori, industriale e energetico in primis.

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Cosa è cambiato allora rispetto ad un mese fa?

 

Assolutamente nulla. Le cose in economia non cambiano da un giorno all’altro. Cambia, invece, l’’atteggiamento degli investitori/speculatori che ritengono opportuno il momento di monetarizzare i guadagni dopo un + 20% in un mese, quando i titoli di Stato danno a mala pena l’’un per cento in un anno. È ’una questione di opportunità prettamente speculative e non di dinamiche macroeconomiche.

Quando potrebbe terminare questa fase discendente?

La sensazione è che una nuova spinta rialzista sia alle porte. I prezzi seguono modalità sganciate da valutazioni economiche. Sono, invece, figli di movimenti ciclici a loro volta collegati ad atteggiamenti psicologici di massa degli investitori. In questo momento siamo vicini alla conclusione di uno di questi movimenti. Il grafico previsionale verde che segue segna il percorso del nostro indice rosso. Non dovrebbe quindi mancare molto ad una inversione di tendenza.

 

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