Clima da santa inquisizione sotto la Mole: quel pacco di grattacielo tra scandali e scandaletti

inquisizione

palazzo regioneIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Gli aspetti “scandalosi” hanno via via toccato: 1 – la parcella dell’architetto Fuksas, 2 – la bonifica dell’amianto, 3 – la modifica del progetto, sostituendo al ferro il cemento, 4 – la sponsorizzazione di una corsa ciclistica, la Monviso-Venezia

 

Dopo gli scandaloni gli scandaletti? Non c’è pace sotto la guglia della Mole, ogni momento della politica e dell’amministrazione pare finisca con un inchiesta giudiziaria. Cominciamo con l’ultima disgrazia toccata al disgraziatissimo, costruendo grattacielo, sede unica della Regione. Nato da un’idea della Giunta Ghigo per “lasciare un segno visibile” dell’ente regionale nel capoluogo, doveva sorgere sull’area di riqualificazione urbana (Spina), ma quando Mercedes Bresso divenne governatrice decise di spostarlo, come se fosse un pacco, nell’area ex-Fiat Avio, che era stata invece destinata alla Città della Salute.

 

La smania di cambiare le scelte di chi precede non ha colore politico: infatti, cinque anni dopo la Giunta Cota rimette in discussione il grattacielo e traccheggia a lungo, prima di convincersi che, oltre a essere un affare (per gli affitti risparmiati) ormai è difficile tornare indietro. Per cui, non senza contraddizioni, da un lato presenta un esposto alla Corte dei Conti adombrando sperpero di soldi pubblici (per la parcella del progettista) dall’altro assegna il cantiere a un’associazione di imprese pilotate da una cooperativa “rossa”. Gli aspetti “scandalosi”, dunque, hanno via via toccato: 1 – la parcella dell’architetto Fuksas, 2 – la bonifica dell’amianto, 3 – la modifica del progetto, sostituendo al ferro il cemento, 4 – la sponsorizzazione di una corsa ciclistica, la Monviso-Venezia, organizzata dall’allora senatore leghista Michelino Davico. Quest’ultimo “affaire” è appunto lo scandaletto di cui sopra: 50mila euro (e forse più) di pubblicità, fatturati e quindi scaricabili, che sarebbero il “segno di riconoscimento” dei costruttori alla Lega, per il via libera dato al progetto. Almeno, questa pare la congettura degli inquirenti, che gli interessati smentiscono vigorosamente. Quello che colpisce è la singolarità dell’abbinamento rosso-verde. Finora, infatti, ci eravamo abituati alle (legittime) sponsorizzazioni delle Coop verso le Feste dell’Unità, su cui forse nessuna procura ha mai avuto nulla da ridire …

 

Uno scandaletto tira l’altro e anche il fronte sinistro ha da leccarsi le ferite per l’indagine che tocca un personaggio di rilievo, la deputata Paola Bragantini, nella sua precedente veste di presidente di circoscrizione. Indagini sui tabulati telefonici proverebbero che le giunte di quartiere, convocate anche per ore e ore di fila, non vedevano la partecipazione degli “assessorini” dati per presenti e invece impegnati in altre faccende e in alcuni casi anche in ferie all’estero. L’escamotage, ipotizzerebbero gli investigatori, sarebbe servito a ottenere permessi lavorativi retribuiti, che poi il Comune rimborsa ai datori di lavoro privati (non ai dipendenti pubblici). Ci sarebbe anche l’aspetto, ma sembra interessare a nessuno, che gli atti assunti con presenze fasulle sarebbero viziati da falso ideologico, ma tant’è… oggi prevale sempre l’attenzione al vile pecunio.

 

Comunque, ai gazzettieri indaffarati a tracciare scenari e titoli a cinque colonne, su questi e altri casi, si consiglierebbe prudenza, dopo che due altri fatti si sono conclusi in una bolla di sapone. Ci riferiamo alle assoluzioni di Cesare Vaciago, già direttore del Comune, per la questione dei concorsi per dirigenti, e di Alberto Vanelli, processato e prosciolto per la gestione dell’appalto delle Ogr, dove si realizzò la più importante mostra del 150esimo dell’Unità. In quest’ultimo caso, i magistrati avrebbero riconosciuto che un funzionario può, nel pubblico interesse, agire “con creatività” pur di raggiungere lo scopo, e se fosse così sarebbe un bel risultato, forse in grado di rincuorare i tanti burocrati che ogni giorno di più si rinchiudono nel loro guscio, per evitare gli strali di magistrature contabili e sante inquisizioni (leggasi anticorruzioni) varie.

 

Ghinotto

 

(Il dipinto in alto è di Pedro Berruguete: San Domenico presiede un tribunale dell’Inquisizione – Museo del Prado)

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