Città metropolitana, non c’è il becco di un quattrino

provinciacastello piazzaLa situazione è piuttosto allarmante. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo

 

Lo scontro tra Sergio Chiamparino e Matteo Renzi sui tagli che il governo intende imporre alle Regioni, si sta replicando per quanto riguarda i rapporti tra la nuova Città Metropolitana e Roma. Ora, in attesa della riunione del primo Consiglio metropolitano, giovedì prossimo 30 ottobre, nell’aula della ex Provincia, a fare la voce grossa è il supersindaco della Grande Torino, Piero Fassino.

 

L’elenco dei temi che Fassino, anche a nome degli altri territori piemontesi vuole sottoporre a Palazzo Chigi è lungo, ed è stato concordato alla riunione dell’Unione Province Piemontesi tenutasi nei giorni scorsi: “La difficile situazione finanziaria delle Province piemontesi, le incognite sul riordino delle funzioni loro assegnate, il futuro della Città Metropolitana di Torino, che erediterà dal 1° gennaio 2015 funzioni e attribuzioni di quella che fu la prima Provincia italiana (istituita nel 1859); ma soprattutto il destino di servizi fondamentali di area vasta (dalla viabilità ai Centri per l’Impiego, dalle scuole medie superiori alla regolazione del trasporto pubblico e della gestione dei rifiuti) che le Province hanno sinora assicurato ai territori e ai cittadini e che ora sono nel limbo di un processo di riforma tutt’altro che concluso”.

 

Alla riunione erano presenti, con il Sindaco metropolitano e Presidente dell’Anci, Fassino, il Presidente dell’Unione Province Italiane Alessandro Pastacci, il Vice-Presidente della Provincia di Torino, Alberto Avetta e l’Assessore provinciale alle Attività Produttive, Sergio Bisacca. L’Unione Province Italiane, l’Anci e l’Uncem sono sul piede di guerra e intendono “fare fronte comune per chiedere al Governo di ridurre il taglio di risorse per un miliardo e 300 milioni di Euro alle Province, previsto dalla Legge di Stabilità all’esame del Parlamento. Chiedono inoltre al Governo una riduzione di 100 milioni di Euro del prelievo forzoso di risorse e l’azzeramento delle sanzioni agli Enti locali che sforano il Patto di Stabilità. I tagli operati dal Governo vanno peraltro ad aggiungersi alla riduzione dei trasferimenti regionali per l’esercizio delle funzioni delegate alle Province ed al calo degli incassi provenienti dall’IPT e dall’addizionale sull’assicurazione RC auto, delineando un quadro allarmante”

 

La situazione è piuttosto allarmante. L’equilibrio dei conti della costituenda Città Metropolitana potrebbe venir meno nel 2015, se venissero confermati i tagli ai trasferimenti statali e regionali ed il prelievo forzoso di risorse, stabilito quest’anno dal Governo e rinviato dal 31 luglio scorso al 30 aprile prossimo. C’è il rischio che neanche le programmate dismissioni immobiliari e di partecipazioni azionarie siano sufficienti a far quadrare i conti. 

 

“Quello che è certo è che – dicono i rappresentanti delle Province – oltre a vedersi praticamente azzerata la possibilità di effettuare scelte discrezionali sulle spese, le Province rischiano di non riuscire più a garantire il livello minimo di servizi. La Provincia di Cuneo, ad oggi, ha risorse per appaltare lo sgombero neve solo nel 50% della viabilità di propria competenza. Senza contare il problema degli eventuali esuberi di personale, che alcune Province chiedono di poter affrontare con il prepensionamento dei dipendenti con maggiore anzianità”. 

 

(Foto: il Torinese)

 

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