Chiamparino e le firme "tarocche"? Calma e gesso

chiampa manifesto

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

 

“Vorrei tornare a suggerire ai nostri parlamentari un intervento sul Guardasigilli Orlando, perché si metta ordine in tutta la materia dei ricorsi elettorali, sulla base di una normativa speciale che porti a chiudere ogni contenzioso, in un senso o nell’altro, entro sei mesi”

 

“Calma e gesso”: così diceva il giocatore di biliardo davanti ad una difficile situazione di gioco. Calma, per valutare bene tutte le opzioni e gesso, per rendere perfetta la stecca.  “Calma e gesso” è uno dei tanti modi di dire che piacciono al nostro Presidente della Regione, che evita così astrusi ragionamenti politici assumendo i panni, che gli piacciono, del saggio uomo del popolo. Piemontese, perché spesso citati in dialetto. Di fronte all’esplosione mediatica della vicenda delle firme, con troppe parole inutili o controproducenti, viene anche a me voglia di consigliare “calma e gesso”. Due cose sono chiare: da un lato che per sprovvedutezza, faciloneria o arroganza la raccolta firme non si è svolta regolarmente; dall’altro che il presidente Chiamparino non intende stare sulla graticola e che, in caso di una pronuncia del TAR che non lo liberi subito dalle ombre, vuole ricorrere ad un nuovo voto per dare un governo pienamente legittimo al Piemonte.

 

C’è poco da discutere sia sulla prima che sulla seconda questione, che sono al momento però nettamente distinte. Le responsabilità penali sono individuali, saranno accertate, ma possono essere del tutto ininfluenti rispetto alla validità del voto dell’anno scorso. Il TAR si pronuncerà sui ricorsi. Non mi sento di escludere che possa decidere per la non decisività dei falsi denunciati. Potrebbe pesare il fatto che , in materia elettorale, conta anche la ricerca del miglior modo di rispettare la volontà degli elettori, e la valutazione dei danni collaterali che un annullamento del voto produrrebbe. “Calma e gesso”, dunque.

 

Va detto che, quando si parla di giustizia, e in specie di quella amministrativa, la certezza del diritto latita.   Al riguardo vorrei tornare a suggerire ai nostri parlamentari un intervento sul Guardasigilli Orlando, perché si metta ordine in tutta la materia dei ricorsi elettorali, sulla base di una normativa speciale che porti a chiudere ogni contenzioso, in un senso o nell’altro, entro sei mesi. La casistica oggi è infinita e ha portato ad esiti molto vari sia nel merito sia nei tempi. Il rischio dell’arbitrio, o, almeno, della casualità è molto alto.  Non è una riforma da reclamizzare con un tweet, ma sarebbe preziosa per ridare un po’ di prestigio alle istituzioni.

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