Che cosa ci insegna la storia di Mihail

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
.
Complimenti a Mihail Crigan. Complimenti per i diplomi e per la sua attività professionale. Massaggiatore esperto a soli 29 anni. Ipovedente e da 13 anni in Italia.Complimenti per ciò che si è conquistato e si conquisterà nel nostro paese. Nel nostro paese che è diventato anche il suo.
Ci presenta la signora Enza. Sempre affabile padrona di casa. Senza paura di essere smentita sostiene : fossero tutti come questo ragazzo e la sua famiglia non avremmo paura dell’immigrazione. Grandi lavoratori. Ed io sottilmente polemico: siete voi di destra contro il diritto di cittadinanza. Poi tutti sorridiamo. Mikhail mi descrive il suo lavoro .Perché ha scelto questa professione. Perché gli piace il suo lavoro. Il suo racconto scivola sui suoi genitori e da dove arriva. Moldavo. Mamma moldava, zona filo russa. Non riconosciuta dall’ Europa. Papà romeno. Coacervo di “razze ” e di etnie.  Mi dice: Io sono  da 12 anni in Italia e sai … lo ammetto… non mi trovo bene quando ritorno al mio paese.  Mi piace il vostro paese che vorrei diventasse anche il mio. Sei il primo che incontro che dice che siamo perfetti. Risponde: No perfetti no. Ma ci sapete fare con chi come me e la mia famiglia fa o vuole fare il proprio dovere.  Parla un perfetto italiano. Ed io insisto: parlando del tuo lavoro quale è il tuo valore aggiunto? Insomma, in cosa sei speciale? È lui pazientemente mi ripete in cosa l’Italia lo ha accolto. In particolare è orgoglioso di dove e come si è diplomato.Immancabile caffè finale. Ed a questo punto comincio nel capire la sua peculiarità: voglia di integrazione. Bisogna aiutare questo ragazzo. Aiutarlo perché è bravo nella sua professione. Perché intelligente nella volontà di vivere serenamente  con noi.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Lo streetwear protagonista a MAZE

Articolo Successivo

Il parroco di Aleppo: “Come a Varsavia distrutta dalla guerra”

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta