Che ci faceva al Moi il combattente Isis? Si teme che a Torino operi un reclutatore

isis2Wael Labidi è il giovane il tunisino morto combattendo sotto le insegne del Califfato in Siria. Era  amico di Bilel Chihaoui, il connazionale arrestato nei giorni scorsi  a Pisa: aveva  scritto su Facebook che presto diventato un martire dell’Islam. I Ros di Torino stanno cercando di ricostruire  la rete di conoscenze e appoggi di Labidi (che appare in una foto scatta al Moi di Torino) e di Chihaoui e Khaied Zeddini, l’altro terrorista morto in Siria e partito da Torino. I tre erano  entrati in Italia con un permesso di soggiorno per motivi di studio, ma spacciavano droga  a San Salvario. Avevano fornito indirizzi fittizi, in realtà vivevano a Porta Palazzo, nelle soffitte che vengono abitualmente subaffittate agli immigrati. Gli indirizzi di Rivalta e di cor so Novara che avevano fornito per iscriversi all’Università, sarebbero in realtà fittizi. Si trovavano sotto la Mole perché probabilmente  probabilmente avevano programmato di spacciare per ricavare il denaro con cui tornare in Tunisia e poi  partire  per la Siria. Ma il dubbio è se A Torino esiste un reclutatore di foreign fighters e la presenza di Labidi al Moi, dove abitano centinaia di extracomunitari clandestini pone domande preoccupanti sulla possibile presenza in città di folli  pronti a colpire a Torino e in Italia.  Bilei Chihaoui, ospite del Cie di corso Brunelleschi sarà espulso in queste ore.

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