Centro sinistra, prima o poi riparte…

Che il centro sinistra, prima o poi, ritorni al centro del dibattito politico e’ una constatazione abbastanza scontata. Le lacerazioni che lo hanno accompagnato in questi ultimi tempi non possono durare a lungo. Le stesse incomprensioni personali che hanno generato divisioni, rotture tra i vari leader e inevitabilmente anche fratture politiche e di prospettiva, sono destinate – oggettivamente – a rientrare. Se non altro per un motivo numerico e puramente quantitativo: se le forze riconducibili al centro sinistra non si uniscono nello stesso progetto politico e’ semplicemente matematico che le forze di centro destra, o populiste che siano, sono destinate a vincere. Elettoralmente e politicamente. Ora, se fino a qualche tempo fa la logica del “pallottoliere” era l’elemento unificante e unitivo di tutto il centro sinistra, dopo la rottura politica all’interno del Partito democratico e la conseguente nascita di Liberi e Uguali, saranno solo e soltanto le scelte politiche a decidere la bontà di ricostruire una alleanza/coalizione di centro sinistra. Certo, sulla carta c’è un accordo quasi naturale e scontato. Tutti parlano, pressappoco, di un centro sinistra di governo, riformista, inclusivo e plurale. Nessuno sostiene, anche nel Pd, che le politiche del centro sinistra possono essere fatte di comune accordo con Forza Italia. O, peggio ancora, che alcune scelte politiche decisive fatte in questi ultimi anni dal Pd sono state condivise e avallate anche dal centro destra. Al punto che lo stesso Alfano, quando era ancora il leader di una formazione che si chiamava “Nuovo centro destra” sosteneva tranquillamente in una celebre trasmissione a “Porta a Porta” che il governo di cui faceva parte parte aveva portato a termine provvedimenti che da tempo sosteneva e caldeggiava il centro destra a trazione berlusconiana. Ecco perché’ siamo arrivati, forse, ad una situazione dove è stato francamente difficile, nonché imbarazzante, riconoscersi allegramente e tranquillamente tutti nella medesima coalizione. Ma per centrare l’obiettivo, cioè quello di una ritrovata unità di questa coalizione – che nel passato ha comunque svolto un ruolo politico decisivo per rafforzare e e consolidare la cultura riformista del nostro paese – la politica dovrà ritornare ad avere un ruolo decisivo e strategico. Uomini soli al comando, cancellare la distinzione tra sinistra e destra, personalizzazione eccessiva, confusione con le politiche di centro destra, pregiudiziali personali e via discorrendo dovranno cedere il passo ad una ricostruzione del “pensiero” politico e culturale riformista nel nostro paese. Sarà quella la prova della verità per verificare, concretamente e idealmente, se ci saranno ancora le famose condizioni politiche per dar vita ad una coalizione realmente alternativa al centro destra e alla destra e a tutte le varie pulsioni populiste e demagogiche che continuano a scorrazzare in Italia. Io credo che ci siano le possibilità per riprendere il cammino. Le pregiudiziali personali inesorabilmente sono destinate a sciogliersi come neve al sole nel momento in cui la politica ritorna ad avere il sopravvento. E questo anche perché in una prospettiva politica e di governo di centro sinistra si riconoscono pezzi di società, forze intellettuali, movimenti e forze sociali che prima o poi invocheranno, anch’esse, il ritorno ad una normalità nel quadro politico. Appunto, il ritorno alla normalità. E cioè, un centro sinistra che si contrappone al centro destra. Sempre. Un processo che però potrà ripartire tranquillamente, piaccia o non piaccia, solo dopo il voto del prossimo 4 marzo.

Giorgio Merlo

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

IL GRANDE BASKET VISTO DALLA CURVA: FIAT TORINO – BRINDISI

Articolo Successivo

Morte del clochard, Nosiglia: “Rabbia e frustrazione, è come se fosse morto mio fratello”

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta