Carlo Magno va alla guerra

Sembra quasi di trovarsi davanti all’arazzo di Bayeux visitando la mostra su Carlo Magno a Palazzo Madama ma al posto della conquista normanna dell’Inghilterra dell’XI secolo narrata per immagini in un famoso tessuto ricamato lungo 70 metri scopriamo invece pitture murali del Trecento che si allungano per oltre 40 metri nella Corte Medievale del Senato Subalpino. Illustrano scene di caccia nella foresta, battaglie, duelli, assedi e feste sontuose che, accanto a sculture, mobili, armi e oreficerie, compongono la mostra “Carlo Magno va alla guerra, cavalieri e amor cortese nei castelli tra Italia e Francia”, che rievoca la vita di corte e l’arredo nelle dimore medievali del Piemonte e della Valle d’Aosta nel Trecento. L’esposizione, curata da Simonetta Castronovo in collaborazione con il Museo Savoisien di Chambery, porta in Italia per la prima volta il raro ciclo di pitture medievali del Castello di Cruet, nell’antico Delfinato, oggi in Val d’Isere, testimonianza unica della pittura del Trecento in Savoia. Gli affreschi savoiardi, uno dei pochissimi cicli pittorici di quell’epoca sopravvissuti in Francia, sono stati staccati dalle pareti del castello negli anni Ottanta per motivi conservativi e dopo un meticoloso restauro sono esposti da allora al Museo di Chambery. Nonostante alcune parti mancanti, cancellate dal tempo e dall’incuria, le pitture murali emergono in tutto il loro splendore. Nel ciclo non si vedono tanto le campagne militari di Carlo Magno ma piuttosto episodi tratti da una popolare Chanson de geste, il Girart de Vienne di Bertrand de Bar-sur-Aube, composta nel 1180 e dedicata alle avventure di un cavaliere della corte di Carlo Magno, tra banchetti a corte, combattimenti tra cavalieri, cerimonie di investiture feudali, galoppate di messaggeri, accampamenti e città assediate. Un grande poema cavalleresco che si snoda a Palazzo Madama in pitture che ricostruiscono idealmente, grazie a uno scenografico allestimento, la decorazione del salone aulico del castello di Cruet. Oltre alle raffigurazioni esposte, la mostra presenta al pubblico una cinquantina di opere provenienti dalle collezioni di Palazzo Madama, da Moncalieri, Mondovì, San Vittoria d’Alba e Quart (Aosta), con pezzi esposti per la prima volta. Codici miniati, ceramiche, vasellame, cofanetti, cassaforti, monete, sigilli, spade, avori e sculture documentano i molteplici aspetti dell’arte di corte e della cultura dell’epoca. Si vedono anche speroni, punte di freccia e di lancia e altri armi per ricordare le corazze dei cavalieri impegnati in guerre, tornei e battute di caccia al cervo e al cinghiale, oggetti preziosi e giochi come gli scacchi, bambole in terracotta, poemi e romanzi cavallereschi con pagine miniate, pergamene che illustrano le spese

di corte dei Conti di Savoia, monete d’argento coniate al tempo di Amedeo V, mobili di epoca gotica, sculture sacre provenienti dalle cappelle dei castelli della Valle d’Aosta e i santi cavalieri venerati nel Medioevo. La rassegna è il risultato della collaborazione e del profondo legame culturale che lega il Museo civico d’arte antica di Torino e i musei francesi, un’efficace sinergia che ha consentito negli anni passati di realizzare altre importanti mostre. Un progetto ideato per rafforzare le relazioni istituzionali in una Europa unita dalla cultura, di cui Carlo Magno è stato un antesignano. La mostra è aperta al pubblico a Palazzo Madama fino al 16 luglio con orario da lunedì a domenica 10.00-18.00, chiuso il martedì.

Filippo Re

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