Bruno Mellano: “Non sospendere le mense gestite dalle coop di detenuti”

MELLANO

Nei casi degli istituti di Torino e Ivrea l’esternalizzazione del confezionamento dei pasti, con l’utilizzo dei detenuti (attorno ai 35 reclusi a Torino), ha dato ottimi risultati in termini di professionalizzazione e recupero dei carcerati

 

“Siamo tutti stupiti di questa decisione che rischia di porre fine ad esperienze importanti per una migliore qualità della vita e un recupero delle persone detenute. Una situazione che sento particolarmente vicina alla mia sensibilità anche perché ho pure operato come volontario nel carcere delle Vallette. Il Consiglio regionale cercherà di promuovere la ricerca di una soluzione appoggiando anche l’attività del Garante dei detenuti”.

 

Con queste parole il vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Nino Boeti, è intervenuto alla conferenza stampa convocata dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Bruno Mellano, in merito all’annunciata chiusura dei progetti di somministrazione dei pasti ai detenuti garantiti dalle cooperative esterne all’Amministrazione penitenziaria. Nei casi degli istituti di Torino e Ivrea l’esternalizzazione del confezionamento dei pasti, con l’utilizzo dei detenuti (attorno ai 35 reclusi a Torino), ha dato ottimi risultati in termini di professionalizzazione e recupero dei carcerati, contenimento dei costi, e alta qualità dei pasti.

 

“Occorre una riflessione – ha spiegato Mellano – sulla decisione presa dal Consiglio di amministrazione della Cassa delle ammende, suffragata da quanto recentemente dichiarato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di sospendere il finanziamento dei progetti delle cooperative sociali nelle carceri italiane. In particolare in Piemonte vi sono delle esperienze di alto valore professionalizzante sostanziali al processo di rieducazione e reinserimento dei detenuti. Dal direttore all’ultimo detenuto sono tutti concordi nel valutare positivamente queste esperienze”.

 

All’incontro con i media hanno partecipato, tra gli altri, il direttore della Casa circondariale di Torino, Domenico Minervini, il Garante della Città di Ivrea, Armando Michelizza, i responsabili delle cooperative sociali coinvolte, e il deputato della Repubblica, on. Anna Rossomando.Tutti hanno lamentato la problematicità della situazione che si è venuta a creare, alla quale la proroga dei servizi di soli quindici giorni, fino a metà gennaio, non servirà a molto.

 

In particolare Minervini si è detto preoccupato per un ritorno al passato che rischia di creare problemi di varia natura all’interno del carcere mentre, Rossomando, ha illustrato una interrogazione urgente depositata in questi giorni alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, per chiedere spiegazioni al ministro su una decisione che rischia di portare il sistema penitenziario italiano in dietro nel tempo di almeno due lustri.

 

(AB – www.cr.piemonte.it)

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