Botti di fine anno vietati a Torino ma non solo

fuochi stella

Le associazioni ambientaliste stimano che, ogni anno, in Italia muoiano a causa dello spavento procurato dai botti, almeno 5mila animali, in particolare quelli selvatici. La multa varia dai 25 ai 500 euro

 

Sul modello Fassino, anche il sindaco di Milano Pisapia ha firmato un’ordinanza che vieta in tutta la città e per tutte le feste “fuochi artificiali, petardi, botti, razzi” e altri strumenti “pirotecnici”, allo scopo di “tutelare il benessere e la salute delle persone e degli animali”. Le associazioni ambientaliste stimano che, ogni anno, in Italia muoiano a causa dello spavento procurato dai botti, almeno 5mila animali, in particolare quelli selvatici. La multa varia dai 25 ai 500 euro. A Torino il Comune è stato il primo a muoversi e il divieto dei botti in piazza è inserito nel regolamento di polizia municipale. Non è quindi più necessario emettere una nuova ordinanza ogni anno. La Lav, Lega anti vivisezione, chiede però che sia fatta viglianza sul rispetto della norma.

 

Oltre al trauma causato agli amici a quattro zampe i fuochi pirotecnici sono causa ogni anno di centinania di feriti anche gravi e di numerosi morti, così molte città d’Italia hanno stabilito di vietare i classici botti di fine anno. Va sottolineato che le lesioni più gravi sono spesso provocate da armi da fuoco e da petardi fatti in casa artigianalmente, quindi non conformi alla legge. Non è neppure giusto criminalizzare un settore commerciale quando questo agisce nella legalità.

 

Oltre Torino e Milano anche  Venezia ha imposto il divieto dei fuochi, con sanzioni che vanno da 25 a 500 euro. A Bologna niente botti e sarà proibito  lasciare in strada contenitori e bottiglie. Grosseto vieterà i fuochi nel centro storico. Cortina d’Ampezzo ha abolito i fuochi pirotecnici per non disturbare i vip presenti in massa durante le festività. Divieti emessi anche a Bari, Vicenza, Cosenza. Brescia e Brindisi. La Spezia ha deliberato il divieto valido per le aree di ritrovo e le piazze. A Firenze, Napoli e Catania il Comune si è affidato al buon senso dei cittadini.

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