Bauli-Bistefani, grandi manovre per salvare i lavoratori

Passi avanti per i trasferimenti ma acqua alta per la mobilità
Bistefani

Un passo avanti per i trasferimenti ma ancora acque alte per la mobilità. Questa è, in poche battute, la sintesi dell’incontro che si è svolto venerdì scorso ad Alessandria tra le organizzazioni sindacali da un lato, Cgil e Cisl e la rsu dello stabilimento di Villanova Monferrato e la proprietà Bauli. In realtà si è trattato di un appuntamento interlocutorio perché Stefano Zancan, amministratore delegato dell’impresa veneta CASALE1era impegnato all’estero. In un clima sostanzialmente tranquillo – come pure non si erano registrate tensioni in occasione del presidio dei lavoratori del giorno precedente davanti all’ex Bistefani – le parti hanno discusso ma la soluzione della vertenza è ancora lunga a venire, anche perché a fronte dell’offerta dell’azienda fatta ai dipendenti di andare a lavorare in provincia di Verona non paiono essere molte le adesioni, con resistenze soprattutto dei lavoratori più avanti negli anni o con situazioni familiari radicate nel Casalese. Il sindacato, dal canto suo, ha avanzato anche alcune richieste di incentivi che l’azienda dovrà vagliare. Nel complesso il dialogo rimane aperto anche se nessuna decisione è stata in realtà sinora presa. Ecasale giovedì, a partire dalle ore 14.30, in Comune a Casale c’è il tavolo istituzionale con i diversi attori istituzionali, a partire dai sindaci dei comuni interessati (l’occupazione riguarda anche alcuni centri della Provincia di Vercelli) a partire da Casale e Villanova, la Regione Piemonte, i parlamentari Cristina Bargero e Fabio Lavagno. E questa volta ci sarà anche la Provincia di Alessadria che, nel precedente incontro, non era stata invitata al tavolo. In una nota l’ente Provincia ha fatto conoscere che “sta verificando se esistano ancora reali possibilità di intesa con istituti bancari per l’anticipazione delle provvidenze a sostegno dei reddito, così come è avvenuto nel passato per alcune grandi crisi industriali e per garantire un reale aiuto alle famiglie in difficoltà”. Ma il tavolo istituzionale – finalizzato appunto a vedere se possano essere approntate soluzioni che consentano la prosecuzione dell’attività nello stabilimento, la cui chiusura sarebbe un ulteriore passo verso la desertificazione dell’industria nel Casalese – potrebbe avere una coda. “Stiamo valutando la possibilità – dice Marco Malpassi della Flai Cgil, che sta seguendo in prima persona l’evoluzione della vicenda ex Bistefani – di avere un incontro nella stessa giornata di giovedì, successivamente a quello del tavolo istituzionale, vista la presenza dell’amministratore delegato Zancan (in Confindustria ad Alessandria l’impresa era rappresentata dal responsabile delle Risorse umane) per poter entrare nel merito delle questioni”. Il sindacato ha già avuto una assemblea serale con i lavoratori – e non è stata la prima volta – venerdì, nel corso della quale è stato illustrato lo stato dell’arte della trattativa. Intanto Fabio Lavagno, che ha presentato sulla vicenda un’interrogazione al Governo, torna ad insistere per l’apertura di un tavolo nazionale che esplori la possibilità di evitare la chiusura dello stabilimento

Massimo Iaretti

 
 
 

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