La Barriera effimera di Bulgini

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bulgini2La volontà dell’artista è proprio quella di creare opere effimere, che non si collochino con prepotenza nello spazio urbano, ma che anzi rappresentino una sorpresa per i suoi frequentatori, e lascino una traccia non tanto fisica quanto emotiva, un’idea di bello e vivo laddove forse è più difficile vederlo

 

Il Museo Ettore Fico, inaugurato a settembre a Torino, ospita dal 30 ottobre e fino all’8 febbraio 2015 le opere fotografiche di Alessandro Bulgini, artista livornese di nascita ma torinese – o meglio ancora “barrierese” – di adozione.

 

Primo ad inaugurare lo spazio B-ARS, la caffetteria del Museo che ospiterà ciclicamente lavori di artisti torinesi e non, il progetto di Bulgini si colloca perfettamente nel più ampio volere dell’istituzione, che avendo aperto nel quartiere di Barriera di Milano, ha particolarmente a cuore le collaborazioni che coinvolgano gli spazi e le identità di questa zona della città.

 

Bulgini non è nuovo alla vita attiva e propositiva in difesa della periferia, dove abita e lavora, e dove ha da poco – febbraio dell’anno in corso – chiuso il famoso B.A.R.L.U.I.G.I., un luogo in cui veniva promossa ed incoraggiata la creatività nel quartiere.

 

Oggi ha intrapreso un nuovo percorso artistico, spinto dalla volontà di misurarsi con la risposta dei diversi abitanti di Barriera di fronte a stimoli creativi diretti. Questo lo spirito con cui ha promosso il progetto “Decoro Urbano in Barriera di Milano” ed infatti, nei mesi successivi la chiusura dello spazio, si è dedicato alla scelta di angoli e situazioni ideali nelle quali decorare gli spazi pubblici della periferia con disegni temporanei eseguiti con gessetti.

 

La volontà di Bulgini è proprio quella di creare opere effimere, che non si collochino con prepotenza nello spazio urbano, ma che anzi rappresentino una sorpresa per i suoi frequentatori, e lascino una traccia non tanto fisica quanto emotiva, un’idea di bello e vivo laddove forse è più difficile vederlo, soprattutto per chi non conosce questa realtà cittadina.

 

L’importanza del progetto infatti, ha spiegato l’artista, non risiede tanto nel risultato ottenuto alla fine della composizione creativa, quanto nell’interazione con le persone durante la stessa. Bulgini ha misurato con mano le reazioni degli abitanti del quartiere che, nonostante non siano i fruitori tipici, si sono dimostrati man mano sempre più piacevolmente sorpresi e partecipi, mostrando di apprezzare e incoraggiare il progetto artistico.

 

A sottolineare l’importanza della connessione tra arte, spazio urbano e i suoi abitanti, le fotografie esposte al MEF sono frutto dell’attenzione dell’artista ai momenti di interazione tra questi tre elementi.

 

Dice l’artista “Con i gessetti quotidianamente decoro i marciapiedi del quartiere in sua difesa. Lasciando delle “tracce effimere”, tento di portare stratificazione culturale ed attenzione li dove solitamente si fa fatica a guardare. Vorrei ribadire la peculiarita’ di questo mio intervento; a differenza di molti altri questo e’ realizzato con dei gessetti, ed i disegni hanno una breve durata, questo mi permette di intervenire ovunque sull’asfalto del quartiere producendo oltretutto affezionamento da parte della gente proprio per la loro precarieta’”.

 

Alcune delle sue opere sono quindi visibili al MEF, in Via Cigna 114, ma la meraviglia sta nella caccia al tesoro tra le vie del quartiere che li ha accolti.

 

Benedetta Bodo di Albaretto

 

INFO

MUSEO ETTORE FICO Via Francesco Cigna 114 – 10155 Torino
 +39 011 853065 ;
info@museofico.it

ORARIO da mercoledì a domenica 11 – 19; giovedì 11 – 22

 

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