BARDONECCHIA VA IN ROSA COL GIRO 2018

Dopo l’oscuro e turisticamente dannosissimo baillamme che ne ha fatto una presenza fissa per settimane nei primi titoli dei Tg e della stampa per l’essersi sostanzialmente trasformata in un hub per immigrati in attesa di valicare clandestinamente le Alpi, Bardonecchia ritrova finalmente colore, col vivido della Maglia Rosa conquistata da Christopher Froome nella Tappa della 101ma edizione del Giro d’Italia con arrivo in quota allo Jafferau.


Ho testato la mattina della gara metà del percorso della Tappa in bici munito di 52×11/39×32 (che ho adoperato non di rado) fino alla mia salita-palestra ciclistica dello Jafferau (da 45 anni, da quando, lasciandomi “ragazzino basito”, ivi l’immenso Merckx raggiunse e superò Fuente all’ultimo Chilometro, dove ancor oggi la strada è divisa in due da un larice) al cui culmine, a 2100 metri, ho aspettato fra tantissimi tifosi ai 75 m dall’arrivo Froome, in fuga per 82 km inseguito da Tom Dumoulin, alla guida di un gruppetto composto anche Thibaut Pinot, Richard Carapaz e Miguel Angel Lopez. Molta neve a fianco dello sterrato sulla Cima Coppi del Colle delle Finestre, dove Froome ha staccato tutti e dove la Maglia Rosa fino ad allora -Simon Yates- è andato in crisi nera( arriverà a Bardonecchia con 40 minuti di distacco), e financo ancora sulle piste alte a Sestriere. Clima comunque semiestivo ideale per la più bella corsa a detta di tuti degli ultimi 25 anni, con Froome che conquista la Maglia Rosa e, sostanzialmente il Giro, staccando di 3 minuti e più Dumoulin e compagnia.


Ottima l’organizzazione( e meritato il ritorno di immagine), che ha fatto sì che il percorso prima dell’attacco della salita si dispiegasse anche fra le strade del Centro di Bardonecchia, così come la logistica per la carovana e per i tifosi, a cui è stata riservata una navetta fino al piazzale dell’ovovia dello Jafferau( ticket andata e ritorno fino al traguardo in quota 7 ragionevoli Euro). Da un punto di vista tecnico-meccanico dei mezzi usati dai corridori in gara, questo Giro sancisce definitivamente l’utilizzo del freno a disco e del cambio wireless: bellissima cosa per gli amatori, se non fosse che ora una bici come quella di Froome costa più di 10 mila Euro.

 

Paolo Turati

 

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