Che bambini quei politici che incolpano gli altri dei propri fallimenti

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La Corte costituzionale ha bocciato il provvedimento del governo Monti che bloccava la rivalutazione delle pensioni oltre i 1.300 euro lordi. Il Matteo nazionale, nel presentare la soluzione pensata dal governo – che restituisce solo 2 dei 18 miliardi non incassati dai pensionati – ha detto che in due settimane il suo governo aveva posto rimedio “agli errori degli altri”. Ma altri chi?

 

Per i bambini e per i politici la colpa è sempre degli altri… E’ una costante, una legge naturale che vale per ogni colore politico. Si prenda il premier Matteo Renzi, che pure vorrebbe passare come un innovatore della prassi di governo. La Corte costituzionale ha bocciato il provvedimento del governo Monti che bloccava la rivalutazione delle pensioni oltre i 1.300 euro lordi. Il Matteo nazionale, nel presentare la soluzione pensata dal governo – che restituisce solo 2 dei 18 miliardi non incassati dai pensionati – ha detto che in due settimane il suo governo aveva posto rimedio “agli errori degli altri”. Ma altri chi? Il governo Monti era sostenuto dal Pd e aveva al suo interno fior di esponenti piddini… Questi altri sono più vicini di quanto il rampante inquilino di Palazzo Chigi voglia far credere.

 

Per soprammercato, sempre Renzi – parlando nel salotto vespiano – se l’è presa con alcune Regioni, e ha citato espressamente Lazio, Piemonte, Liguria, Abruzzo, che hanno alzato le aliquote Irpef mentre il governo riduce le tasse. Provocando la immediata e comprensibile reazione del presidente laziale Nicola Zingaretti. “Al Lazio il governo ha tagliato 725 milioni in due anni – afferma il fratello del commissario Montalbano – se ce li restituisce siamo pronti ad abbassare subito Irap e Irpef. E’ molto semplice far quadrare i conti del governo centrale con tagli agli enti locali, lo sanno fare tutti”.

 

E quale è stata invece la risposta del presidente dei presidenti Sergio Chiamparino? Anche lui, nonostante la sua esperienza, è scivolato sulla buccia di dare la colpa agli “altri”, dicendo che l’aumento dell’Irpef regionale è dovuto “agli innumerevoli buchi di bilancio che abbiamo ereditato”. Ma ereditato da chi? Una seria disamina storica dell’evolversi del debito regionale vede l’impennata mostruosa delle cifre nel quinquennio 2005-2010, quando in piazza Castello governava Mercedes Bresso, con una maggioranza Pd, con molti consiglieri di allora oggi assessori. La “colpa” di Cota, se così si può dire, nei tormentati quattro anni successivi, è stata quella di non avere il coraggio di “scalare la montagna” del debito, limitandosi a gestire la situazione di pre-fallimento alla meno peggio. E con in più tutta la difficoltà di far quadrare i conti dell’anno in corso, con i tagli dei trasferimenti statali e i bilanci sanitari perennemente in deficit.Insomma, continuando a rivangare le responsabilità si rischia di arrivare ad Adamo ed Eva, mentre il Comune di Torino ha scelto di seguire un’altra strada, più semplice e immediata.

 

Qualche giorno fa è stato annunciato che ben presto le strisce blu dei parcheggi a pagamento copriranno altri 14 mila posti, che si aggiungono ai 48mila già soggetti a tariffa. Il salasso per gli automobilisti è oggi attorno ai 30 milioni di euro, una cifra destinata a crescere un bel po’ con l’ampliamento delle zone a pagamento, tra cui – e la cosa ha creato non poche polemiche – quelle limitrofe agli ospedali. Ora, chi frequenta tali aree sa benissimo che un servizio di “smistamento” utile ed efficace lo svolgono i parcheggiatori abusivi, che aiutano a individuare i pochi posti liberi, in cambio di uno o due euro. Ora il Comune, con modalità più esose, pensa di sostituirsi a loro nell’incasso, ma per dirla ancora con il simpatico Zingaretti, a far quadrare così i conti del Comune son capaci tutti: basta piazzare un parchimetro, senza neppure fornire l’aiuto del parcheggiatore abusivo.

Ghinotto

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