Le aziende acquisite da investitori stranieri: opportunità o sconfitta?

lavoroSi è aggiunta da pochi giorni Pininfarina all’elenco delle illustri e storiche società piemontesi che cambiano proprietà, sede, lingua

 

di Paolo Pietro Biancone *

 

Si è aggiunta da pochi giorni Pininfarina all’elenco delle illustri e storiche società piemontesi che cambiano proprietà, sede, lingua. La Pincar, la holding della famiglia che controlla il 76% di Pininfarina, ha firmato un accordo di investimento con gli indiani. Nel dettaglio, Mahindra & Mahindra e TechMahindra acquisteranno tutte le azioni ordinarie Pininfarina detenute da Pincar, per 1,10 euro per azione, per un totale di circa 25 milioni di euro; le azioni sono attualmente in pegno alle banche e saranno liberate da tale vincolo alla chiusura dell’accordo. Gli investitori lanceranno quindi un’offerta pubblica totalitaria sulle azioni ordinarie Pininfarina sul mercato, allo stesso prezzo di compravendita delle azioni detenute da Pincar, raggiungendo circa 30 milioni. Si è trattato di un investimento estero, arrivato in soccorso di una situazione critica per l’azienda di Cambiano: la logica è, quindi, quella di salvataggio e di recupero di aziende in crisi.

 

impreseDi tutt’altra finalità l’investimento in Pirelli da parte dei Cinesi: dopo il passaggio dagli azionisti italiani al gruppo statale cinese Chemchina. L’operazione ha una struttura complessa con scatole societarie e con diversi scenari legati all’incognita dei risultati dell’offerta pubblica di acquisto che dovrebbe scattare obbligatoriamente. In questo caso, ci sarà un trasferimento all’estero di know how tecnologico, che indebolirà il territorio piemontese, a vantaggio della CinaItaldesign è ormai tutta tedesca: non c’era necessità di vendere perchè l’azienda non era in difficoltà, il rischio concreto è di trasferire il know how (la conoscenza acquisita), perdendone la parternità.

 

Sotto il profilo economico-aziendale, valutare gli investimenti da parte di cordate estere sulle aziende piemontesi, e più in generale, italiane, implica considerare il riconoscimento del valore italianità: quanto incide negli investimenti, la valutazione delle competenze maturate e della creazione del valore in senso ampio. La logica dell’investimento deve seguire criteri di sosteniblità, non solo sotto l’aspetto economico-finanziario, ma anche sotto il profilo di impatto e crescita dei territori coinvolti.

 

Questa logica di investimento è un “must” da parte degli investitori provenienti dai Paesi del Golfo, che puntano non tanto alla perfomancepininfarina delle aziende su cui investire, ma alla valorizzazone dei vantaggi per i territori. Ne è un esempio, l’investimento del Fondo Bareihn su Dainese, lo storico marchio italiano di abbigliamento sportivo protettivo, passa nelle mani del fondo di private equity del Bahrein InvestCorp, che, assistito nell’operazione da Mediobanca, ha acquisito l’80% dell’azienda veneta. La presenza globale e il network commerciale di Investcorp supporteranno l’espansione internazionale dell’azienda e la sua continua innovazione nei prodotti offerti, riconoscendo il valore e le competenze made in Italy. Plauso, dunque, a investimenti esteri che siano a supporto della piemontesità e dell’italianità delle nostre aziende.

 

 

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

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