APIDGE DENUNCIA E COMBATTE L’ESTERNALIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO

DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA NELLE SCUOLE

apidge salone

Nelle fasi di studio, di dibattito, di confronto e di approvazione della legge 13 luglio 2015, n.107 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” e, in riferimento ai recenti provvedimenti varati dal Governo in materia di istruzione, è stata dedicata una nuova e significativa attenzione allo studio del Diritto e dell’Economia politica, anche al fine di assicurare un’offerta formativa più ricca e flessibile per gli studenti e per utilizzare al meglio le figure di potenziamento dell’organico delle istituzioni scolastiche previste dalla stessa legge. In questo modo infatti sono state riconsiderate la posizioni giuridiche e professionali di quel 30% di insegnanti rimasti sprovvisti di cattedra di insegnamento: da settembre 2016 si verrà a consolidare la posizione dei 5.000 docenti di Diritto e di Economia politica coinvolti nei vari percorsi didattici di potenziamento dell’organico dell’autonomia delle scuole, mentre altri 1.000 professori saranno impegnati e inquadrati definitivamente nelle attività di sostegno agli alunni con disabilità.

Eppure ancora tante sono oggi le scuole in cui non viene assicurato lo studio sistematico del Diritto e dell’Economia politica, mentre gli Uffici centrali del MIUR continuano a siglare intese, convenzioni, accordi programmatici con tanti enti e soggetti esterni all’Amministrazione che si improvvisano insegnanti e giungono anche a certificare agli studenti improbabili competenze e abilità.

Il Dipartimento Legale di APIDGE, l’Associazione professionale degli insegnanti delle Scienze Giuridiche ed Economiche, coordinato da Giovanna Musone, sta raccogliendo tutti gli elementi utili a evidenziare come da anni tante scuole italiane, applichino in modo estensivo ed illegittimo il principio di sussidiarietà e “appaltino” di fatto l’insegnamento del Diritto e dell’Economia a soggetti esterni sprovvisti di abilitazione all’insegnamento. Una più oculata e corretta distribuzione dei docenti in servizio consentirebbe inoltre importanti risparmi di spesa.

 

Che cos’è Apidge ?

L’APIDGE si propone come interlocutore critico e propositivo delle istituzioni per tutti gli aspetti che riguardano la professione docente, partendo dal presupposto che nessun sistema scolastico può raggiungere le sue finalità formative se gli insegnanti, individuati come professionisti responsabili e non come meri esecutori, non sono messi nelle migliori condizioni per svolgere la loro attività di estrema rilevanza sociale.

L’APIDGE intende evidenziare, promuovere e sviluppare, in primo luogo tra i docenti, una cultura e una coscienza professionale contro i pericoli di impiegatizzazione e di riduzione al fatto burocratico dell’attività di insegnamento. Strumento fondamentale per raggiungere pienamente tale scopo è la costituzione di un ORDINE PROFESSIONALE degli insegnanti che divenga parte essenziale dei processi di reclutamento dei docenti e della loro formazione iniziale ed in servizio, che promuova un rigoroso Codice Deontologico-Professionale e che partecipi a pieno titolo nelle varie fasi di valutazione di sistema

L’APIDGE si propone perciò come interprete e portavoce di quel disagio che abbia ragioni coerentemente professionali e come interlocutore con le Istituzioni per tutte le questioni afferenti la FUNZIONE DOCENTE attraverso attività di formazione, di informazione e di confronto attraverso pubblicazioni, eventi, convegni, momenti di dibattito sulle questioni didattico-disciplinari e professionali con tutte le componenti della società e in stretto collegamento con analoghe esperienze a livello europeo

L’APIDGE, in pieno rispetto al sistema dell’autonomia scolastica, ritiene necessario che funzioni e retribuzioni in ambito scolastico siano diversificate contro ogni forma di egualitarismo e appiattimento economico e professionale

 

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