Anche a Torino nascono le Officine delle idee

Prende forma il progetto di Giuliano Pisapia

Il 5 maggio le Officine delle idee di Campo progressista si sono incontrate anche a Torino per la prima volta al SocialFare in via Maria Vittoria  con la presenza di Marco Furfaro, trentasettenne toscano, laureato in Economia e volto noto nel mondo della sinistra italiana. L’iniziativa lanciata da Giuliano Pisapia in tutta Italia qualche mese fa muove i suoi primi passi anche a Torino e in Piemonte. Come ha detto Pisapia stesso: “Campo progressista era nato per dare una prospettiva, ora è diventato una realtà”.

Un percorso in cui non conta la provenienza di ciascuno, ma solo dove vogliamo andare insieme. Le Officine delle idee sono il primo progetto di Campo Progressista. Luoghi di competenze, innovazione inclusiva, discussione, produzione politica e culturale per fare emergere insieme le idee per l’Italia che verrà. Hanno l’obiettivo di stimolare e raccogliere idee e proposte che siano il fondamento di un nuovo e inedito progetto politico per il futuro prossimo. Il nostro Paese ha un forte bisogno di idee coraggiose e progressiste, credibili, concrete e sostenibili. Gli slogan e la demagogia non sono un fondamento su cui costruire il futuro.

Il nostro orizzonte è l’unità del centrosinistra ma se Matteo Renzi continuerà a mettere veti sulle persone e a coltivare la sua idea di autosufficienza del Pd allora siamo pronti a costruire un’alternativa di centrosinistra senza Renzi. Gli strappi con il nostro mondo in questi anni sono stati tanti, dalla scuola al lavoro passando per la tentata riforma costituzionale, gli ultimi due esempi di nuovi passi falsi sono il decreto Minniti che riduce i diritti dei richiedenti asilo e il disegno di legge che è stato approvato ieri alla Camera sulla legittima difesa che dà licenza di sparare ai ladri di notte ampliando così la possibilità di ricorrere all’uso delle armi da parte di normali cittadini. Un Paese che si accartoccia su se stesso assecondando le paure cavalcate dalla destra più becera, non è il paese che vogliamo.

Ho iniziato la mia esperienza politica nei “comitati Prodi” che con un lavoro partecipato avevano portato alle “tesi programmatiche”, discusse in centinaia di assemblee di cittadini in tutta Italia, che diventarono il programma dell’Ulivo per le elezioni del ’96. La nostra idea ora è quella di riproporre un processo partecipato di quel tipo, coinvolgendo tante persone, donne e giovani, che normalmente si sentono lontane e per nulla attratte dalla vecchia politica.

 

Monica Cerutti

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