Aldo Quilico “re dell’acqua”

acqua gocceNon c’è stata la (ventilata) guerra dell’acqua e Aldo Quilico, per altri tre anni, sarà ancora alla guida del Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato. Ma dal torinese arrivano sollecitazioni a mutare il passo sin dal prossimo anno. Così il poche battute si può liquidare l’assemblea consortile che si è svolta all’Oratorio Sant’Antonio di Moncalvo, presenti una larghissima parte dei sindaci dei 101 comuni serviti, tra qui sette della Città Metropolitana di Torino, ovvero Brusasco, Brozolo, Cavagnolo, Lauriano, Monteu da Po, Moriondo Torinese, Verrua Savoia, oltre che delle province di Alessandria ed Asti. A presiedere l’assemblea c’era Matilde Casa, primo cittadino di Lauriano e l’assemblea si è pronunciata sull’unica lista, quella che portava a presidente Aldo Quilico (in sella alla guida del Consorzio dalla metà degli anni Ottanta) e i due componenti del consiglio di amministrazione, Claudio Casaleggio e Gabriella Roato. Questa lista si è presentata praticamente blindata, forte di ben sessantaquattro sottoscrizioni. Il sindaco di Cavagnolo, Mario Corsato, pur invitando a continuare all’unanimità le proposte ha voluto fare, nel suo intervento alcune puntualizzazioni: !Questa deve essere una presidenza che traghetti il Consorzio verso un assetto aziendale. Pertanto ci dovrà essere un rinnovamento a partire dal 2017. Occorre una dirigenza ed un direttore generale, che attui le direttive del presidente e ci consenta di sedere a parità di condizioni con gli altri quattro gestori dell’Ambito 5 “Astigiano – Monferrato”, in vista del passo verso il gestore unico”. Il Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato, attualmente fattura oltre venti milioni di euro, e si conferma una società che è molto cresciuta nel corso degli anni. Di qui la richiesta al riconfermato presidente di passare da una gestione “familiare” (naturalmente l’aggettivo è tra virgolette) dove Quilico, che si è impegnato a provvedere ad un ricambio della dirigenza, ricopre il doppio ruolo di presidente e di direttore generale, ad una gestione maggiormente imprenditoriale. I prossimi mesi, dunque, dovrebbero segnare il cambio di passo.

Massimo Iaretti

 

 

 

 

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