Al Sacrario della Benedicta il 73° anniversario dell’eccidio nazifascista

Oggi, domenica 9 Aprile, si celebra al Sacrario della Benedicta ( nell’area del parco naturale delle Capanne di Marcarolo, in territorio del comune alessandrino di Bosio) il 73° anniversario dell’eccidio

La manifestazione inizierà alle 9,30 con la deposizione delle corone e il corteo che dal Sacrario raggiungerà il cortile della Benedicta. Dopo il saluto del sindaco di Bosio, Stefano Persano, e la celebrazione della S.Messa, interverranno Gian Pietro Armano ( Presidente dell’Associazione “Memoria della Benedicta”), Nino Boeti ( Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte) e Maria Rita Rossa (Presidente della Provincia di Alessandria). Seguirà l’orazione ufficiale, affidata a Carlo Ghezzi, Vicepresidente nazionale dell’Anpi.

Nel corso della manifestazione si esibirà la Banda Musicale di Arquata Scrivia e, nel pomeriggio – alle 14.00 – sarà possibile percorrere il “sentiero della pace”.

Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo. In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino. Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione  (quasi tutti a Mauthausen), ma 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento. Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione “Mingo”, attiva nell’ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell’appennino alessandrino. Nel 1996 il Presidente della Repubblica ha conferito alla Provincia di Alessandria la medaglia d’oro al valore militare per l’attività partigiana, con una motivazione che fa espresso riferimento all’eccicio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza.

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