Bilancio 2015: la Città è in piedi, più solida e robusta

sala ROSSALa Sala Rossa ha approvato il Bilancio di Previsione 2015, l’ultimo prima della fine del mandato, che pareggia a 1 miliardo e 266 milioni (113 in meno al previsionale 2014).Alcune novità: l’innalzamento della fascia Isee da 13mila a 17mila, il limite per la richiesta del contributo. Si stima che i potenziali beneficiari potranno essere tra 11 e 14mila famiglie. Per quanto riguarda le entrate si registrano 26 milioni derivanti dall’incremento di Fct, per le alienazioni del 2014. Pubblichiamo l’intervento in aula del consigliere Giusi La Ganga

 

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

“Quasi al termine del quinquennio possiamo dire, e questo bilancio ne è la prova evidente, che la Città è in piedi, che è più solida e robusta, e che può accingersi ad un nuovo ciclo di sviluppo. Il debito è ridotto di mezzo miliardo, la valorizzazione del patrimonio è in atto, il contenimento della spesa di funzionamento è evidente”

 

Quando, quattro anni orsono, si insediò l’attuale amministrazione la situazione finanziaria della Città appariva preoccupante.  Anche per effetto dell’impegno olimpico e degli investimenti conseguenti, il debito totale si attestava sui 3,5 miliardi di euro, la situazione di cassa era preoccupante, vigeva l’abitudine di finanziare alcuni tipi di spesa corrente con mutui o con entrate straordinarie non ripetibili.  Si era dunque in una situazione delicata, che rischiava di peggiorare per effetto di una forte contrazione delle risorse trasferite dallo Stato, che proprio allora iniziava una necessaria azione di risanamento della spesa, che purtroppo però si concentrava principalmente sulla spesa locale. Al riguardo i dati citati nella relazione dell’Assessore Passoni sono eloquenti.

 

Il Sindaco Fassino e la maggioranza di centrosinistra avviarono allora una politica di bilancio di cui oggi, alla fine del mandato, dobbiamopalazzo civico apprezzare l’efficacia. Essa si caratterizzava per alcuni punti fondamentali.  Intanto la salvaguardia del welfare comunale, che a Torino aveva raggiunto livelli di eccellenza, e che, di fronte all’aggravarsi della crisi economica, costituiva una fondamentale difesa sociale. Inoltre un forte impegno per la riduzione della spesa di funzionamento e del personale, una razionalizzazione del sistema delle società partecipate per aumentarne l’efficienza e la redditività,  un piano di valorizzazione e dismissione degli assets non strategici o su cui comunque si poteva mantenere un’influenza attraverso lo strumento dei contratti di servizio, e infine un significativo sforzo di spesa indirizzato a sviluppare due potenzialità della Città, quella turistico-culturale e quella universitaria.

 

Come conseguenza inevitabile di questo sforzo di risanamento, la Città doveva purtroppo scontare una forte contrazione degli investimenti finanziati con indebitamento proprio e doveva praticare una politica tariffaria e fiscale ineluttabilmente severa, anche perché a questo induceva la politica dei governi centrali. Temperava questi aspetti negativi la costante ricerca di risorse per investimenti tratte da trasferimenti dello stato o da investitori privati, i cui frutti sono stati però limitati dall’aggravarsi della crisi, come documenta bene la relazione dell’Assessore. Ciò nonostante, le due principali trasformazioni infrastrutturali della città, metropolitana e passante ferroviario, sia pure con qualche ritardo, sono proseguite con risultati concreti.

 

Quasi al termine del quinquennio possiamo dire, e questo bilancio ne è la prova evidente, che la Città è in piedi, che è più solida e robusta, e che può accingersi ad un nuovo ciclo di sviluppo. Il debito è ridotto di mezzo miliardo, la valorizzazione del patrimonio è in atto, il contenimento della spesa di funzionamento è evidente. La trasformazione della Città da company town a metropoli con molteplici vocazioni è ampiamente compiuta, anche se va consolidata e inserita in una visione metropolitana.

 

PAL CIVICNaturalmente anche questo bilancio lascia qualche problema aperto, che la mozione di accompagnamento del gruppo del PD mette in chiara evidenza, ma che ci auguriamo potrà essere risolto in sede di assestamento di bilancio.In questa fine di consiliatura manca ancora, a completare il quadro di razionalizzazione e contenimento della spesa, la riforma del decentramento, che ci auguriamo possa approdare in aula a settembre, che si fonda sull’idea di un superamento delle circoscrizioni come meri centri di spesa, per recuperarne la funzione di promozione della partecipazione e della mobilitazione delle risorse della società ai fini dello sviluppo del territorio.

 

 Ma occorre cominciare a spingere lo sguardo oltre l’orizzonte del 2016. Dai risultati raggiunti occorre partire per una nuova sfida, con due obbiettivi principali: da un lato la ripresa degli investimenti infrastrutturali in una logica metropolitana, per reggere la competizione con le altre aree dell’Europa e del mondo, dall’altro una graduale riduzione della pressione fiscale comunale, che sarà possibile se la politica finanziaria centrale cesserà di scaricare il maggior onere del risanamento a livello locale e se la finanza locale avrà finalmente un assetto stabilizzato.  A questo dovrà anche contribuire un serio sforzo per un ulteriore efficientamento dei servizi pubblici locali, specialmente quando il loro costo si ribalta direttamente sulle tariffe pagate dai cittadini, come per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

 

Molto interessante infine la suggestione, presente nella relazione dell’Assessore, su una ridefinizione del “perimetro” degli ambiti di impegno comunale. Aggiungerei che tale ridefinizione dovrebbe riguardare non solo il “cosa fare”, ma anche il “come farlo”, con una sempre maggiore attenzione al coinvolgimento di tutti i soggetti sociali nella gestione della città, in una prospettiva di crescente sussidiarietà. Infine, un sincero apprezzamento per la passione e competenza dell’assessore Passoni e per la scrupolosa serietà degli uffici.

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